Cronaca

Brescia, viene impedito ad un uomo di fare il bagno in piscina perché ha il turbante

Viene impedito ad un uomo di fare il bagno in una piscina privata perché ha il turbante: i fatti sono avvenuti in provincia di Brescia. Ha lasciato così una recensione in cui definiva questa regola “una schifezza”. A far discutere di più in questa storia però è la risposta del gestore: “Se vuoi farti il bagno con quella monnezza, lo fai a casa tua, non da noi”.

Brescia, viene impedito ad un uomo il bagno in piscina perché ha il turbante

La storia arriva da Montichiari, comune in provincia di Brescia, dove due uomini non hanno potuto fare il bagno in una piscina privata perché avevano il turbante. A peggiorare la situazione ci hanno pensato i gestori del locale che, in risposta ad una recensione negativa degli stessi su Google, hanno definito il copricapo “monnezza”.

I fatti

Una settimana fa, due persone si sono presentate nella struttura per poter trascorrere una giornata in relax. A detta della struttura, che poi ha pubblicato un messaggio sui social per chiarire l’accaduto, una responsabile avrebbe detto ai due ragazzi che i materiali del turbante non erano a norma. Avrebbe così offerto loro una cuffia che però hanno rifiutato.

Costretti a tornare a casa (con il rimborso del biglietto di ingresso), uno dei due ha pubblicato una recensione negativa: “Posto carino, ma il regolamento secondo il quale le persone con il turbante non possono fare il bagno secondo me è una schifezza. Fa molto schifo questa regola, spero la tolgano”. L’immediata risposta della struttura ha fatto però discutere in molti:

“Che fa schifo, è quel turbante sudaticcio che avevi in testa. Se vuoi farti il bagno con quella monnezza, lo fai a casa tua, non da noi. È colpa di gente come te ed i tuoi amici se l’integrazione è complicata, tu comandi a casa tua e non in quella degli altri. Vergognatevi, tu ed i tuoi amici !!! Pistola io che vi ho anche “rimborsato” l’ingresso perché mi facevate tristezza. P.S.: impara a scrivere correttamente in italiano”.

“Sembrava tutto tranquillo e invece a distanza di qualche ora, uno di loro si permette di offenderci scrivendo nelle recensioni di Google che siamo una schifezza. Eh, allora anche no. Va bene essere gentili e cortesi (è nella nostra natura continuare a porgere l’altra guancia, quello no. Esiste anche la mia dignità, quella dei miei collaboratori e quella aziendale”, spiegano dalla struttura.

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