La situazione relativa al cluster di intossicazioni da botulino registrato in Calabria resta sotto stretto controllo, ma le autorità sanitarie mantengono alta la guardia per i prossimi giorni. «L’allerta durerà ancora 8-10 giorni a partire dal consumo degli alimenti sospetti», ha spiegato Carlo Locatelli, direttore del Centro antiveleni e tossicologico Maugeri di Pavia. Solo intorno al 14 agosto si potrà avere una maggiore certezza sull’eventuale assenza di nuovi casi.
Botulino, possibili altri casi
Il botulismo, ha ricordato Locatelli, è una malattia che si manifesta dopo alcuni giorni dall’ingestione di alimenti contaminati dalla tossina botulinica. Nel caso calabrese, i pazienti hanno riferito di aver consumato panini con salsiccia e broccoli acquistati presso un food truck a Diamante. Le segnalazioni indicano date di consumo tra il 2 e il 4 agosto, con la maggior parte riferita al 3 e 4 agosto.
L’esperto ha voluto rassicurare la popolazione invitando a non cedere al panico se si è mangiato un panino in luoghi simili, ma ha sottolineato l’importanza di rivolgersi tempestivamente ai servizi sanitari qualora si manifestassero sintomi sospetti, in modo da valutare la necessità di un eventuale trattamento.
Nel frattempo, il sistema sanitario ha già risposto efficacemente alla gestione del cluster, anche grazie alla natura del botulismo, malattia a notifica obbligatoria che scatena indagini approfondite sulle catene alimentari interessate, preventive e successive. L’antidoto specifico viene somministrato solo in casi selezionati: i pazienti con sintomi lievi ma stabili vengono monitorati costantemente per verificare l’eventuale evoluzione della sintomatologia, che impone la somministrazione del siero antitossina. Queste decisioni vengono prese in stretta collaborazione con gli ospedali che seguono i pazienti.
Per quanto riguarda le conseguenze cliniche, Locatelli ha precisato che saranno valutate nel corso della cura dei pazienti. Parallelamente, sono in corso le indagini igienico-sanitarie per individuare con precisione la fonte del contagio: i campioni prelevati sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità di Roma, che conduce analisi per identificare e quantificare la presenza di tossine