Ordinanza antispreco firmata per fare fronte alla grave siccità a Castenaso, in provincia di Bologna: nella lunga lista di divieti, si nota che il sindaco Carlo Gubellini vieta il secondo shampoo a parrucchieri e barbieri.
Bologna, il sindaco vieta il secondo shampoo
“Risparmiate l’acqua“, l’ombra dei risparmi si abbatte anche su parrucchieri e barbieri. L’Italia intera è alle prese con una grave crisi idrica. Una cittadina, Castenaso, ha imposto nella lunga lista di divieti quello del secondo lavaggio della testa ai clienti, per barbieri e parrucchieri. Considerato che:
– il corretto uso delle risorse naturali è una necessità primaria e rappresenta un obbligo anche morale
nei confronti delle generazioni future;
– l’acqua, risorsa essenziale per la vita, deve essere salvaguardata da possibili sprechi, soprattutto
durante la stagione estiva visto il protrarsi e l’aggravarsi della situazione di emergenza idrica causata
dalla forte siccità,
– al fine di prevenire situazioni di crisi idrica si rende necessario, per questo periodo, un uso più
attento dell’acqua volto ad evitare ogni possibile spreco;
L’ordinanza del sindaco
Il sindaco Carlo Gubellini ha firmato un’ordinanza anti-sprechi. Oltre al preferire la doccia alla vasca da bagno, il sindaco mette nero su bianco (fino al 30 settembre 2022) che durante la fascia oraria compresa fra le 8 e e 21 c’è “il divieto di prelievo dalla rete idrica di acqua potabile per uso extra-domestico ed in particolare per l’innaffiamento di orti, giardini e lavaggio automezzi. Ma non solo “i parrucchieri e i barbieri dovranno effettuare un solo lavaggio della testa ai clienti oltre al risciacquo; per le aree ortive concesse dal Comune il divieto di prelievo dalla rete idrica è invece disposto nella fascia oraria dalle 10 alle 18; i prelievi di acqua dalla rete idrica sono consentiti esclusivamente per normali usi domestici, zootecnici e industriali e comunque per tutte quelle attività regolarmente autorizzate per le quali necessiti l’uso di acqua potabile”.
Le motivazioni dei divieti
Il sindaci motiva i divieti con una sorta di tabella con i consumi. Nell’ordinanza si fanno i conti.
Si precisa che “un rubinetto lasciato aperto eroga mediamente 13 litri al minuto; per una doccia di 5 minuti sono necessari 60 litri di acqua, mentre per un bagno in vasca si può arrivare fino a 120 litri”.