È scattato all’alba di lunedì l’intervento congiunto dei Carabinieri della Stazione di Ascea e della Polizia Locale, coordinata dal comandante Massimiliano Falcone, presso il centro di accoglienza per stranieri Hera Cas, struttura che ospita circa 140 persone, in prevalenza provenienti da Bangladesh e India come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Blitz ad Ascea, irregolarità e scarichi abusivi al centro di accoglienza
Il sopralluogo, finalizzato a verificare la regolarità urbanistica e ambientale del complesso, ha fatto emergere una serie di anomalie giudicate gravi. Alcuni manufatti presenti all’interno del centro sono risultati non conformi alle norme vigenti, con parti dell’edificio realizzate in maniera abusiva e dunque destinate a possibili provvedimenti di demolizione.
Le verifiche hanno evidenziato l’assenza dell’autorizzazione unica ambientale, documento indispensabile per lo svolgimento delle attività. La mancanza di tale requisito ha portato il Comune a sospendere in via cautelativa l’autorizzazione all’utilizzo della struttura.
Il quadro più critico riguarda però la gestione dei reflui fognari: secondo quanto accertato, le acque nere venivano convogliate in una vasca collegata a un vecchio depuratore, dismesso da anni e non funzionante. In assenza di trattamenti, i reflui sarebbero stati scaricati direttamente in un canale affluente del fiume Fiumarella, con conseguente rischio di inquinamento ambientale e pericolo per la salute pubblica.
Gli sviluppi giudiziari
Il verbale redatto a seguito dell’operazione è stato trasmesso alla Procura della Repubblica competente, che dovrà valutare l’apertura di un fascicolo d’indagine e accertare eventuali responsabilità penali e amministrative. Nel frattempo, la sospensione dell’autorizzazione impedisce al centro di proseguire le attività fino a nuove disposizioni.
La vicenda ha destato forte preoccupazione tra i cittadini, che da tempo segnalavano criticità legate alla gestione della struttura. L’ipotesi di scarichi diretti nel Fiumarella, corso d’acqua che attraversa aree sensibili del territorio, ha infatti riacceso il dibattito sulla sicurezza ambientale e sulla tutela della salute collettiva.