Il Black Friday non è più soltanto un appuntamento commerciale, ma un fenomeno che muove volumi enormi e influenza l’intero ecosistema retail. Nel 2024, secondo Adobe Digital Insights, le vendite online nel solo weekend del Black Friday hanno superato gli 11,3 miliardi di dollari negli Stati Uniti, segnando una crescita del 7-8% rispetto all’anno precedente. In Europa la crescita è stata più contenuta, intorno al 3-4%, ma sufficiente per confermare la centralità dell’evento anche nel vecchio continente.
L’edizione 2025 si colloca in un contesto ancora più maturo, in cui la durata del Black Friday si è estesa ben oltre la singola giornata. Secondo Statista, oltre il 60% dei retailer europei ha anticipato le promo almeno alla prima settimana di novembre, dando vita a un “Black Month” che riduce la pressione del picco ma ne aumenta la complessità operativa. Le vendite non si concentrano più in un’unica giornata, ma si distribuiscono nell’arco di 20-25 giorni, costringendo le aziende a pianificare con maggiore precisione riassortimenti, turni e approvvigionamenti.
Sul fronte dei consumatori, il comportamento è cambiato radicalmente: nel 2024 il 70% degli utenti europei ha dichiarato di confrontare prezzi e promozioni su più canali prima di acquistare, mentre solo il 18% ha affermato di fare acquisti impulsivi durante il Black Friday (fonte: Deloitte Consumer Pulse Survey). A spingere verso una maggiore prudenza contribuisce la pressione dell’inflazione, che porta gli utenti a valutare con più rigore il valore reale dello sconto. Il Black Friday diventa così un’occasione di ottimizzazione della spesa, più che una caccia frenetica all’affare.In questo scenario, l’intelligenza artificiale assume un ruolo decisivo. Secondo il Salesforce Shopping Index, nel 2024 oltre il 20% delle transazioni online globali è stato influenzato da raccomandazioni generate da modelli AI. Per i retailer, l’AI è soprattutto uno strumento di previsione: i modelli predittivi utilizzati dalle aziende più evolute hanno migliorato l’accuratezza delle stime della domanda del 15–25%, riducendo sia gli sprechi sia le rotture di stock. Il Black Friday diventa così un banco di prova per misurare la capacità delle aziende di gestire dati, analisi e processi complessi.
Nonostante l’ecommerce continui a crescere, i negozi fisici restano centrali. Secondo McKinsey, il 55% dei consumatori europei preferisce ritirare in-store un prodotto acquistato online durante il Black Friday. Inoltre, una percentuale significativa -circa il 40%- visita comunque i punti vendita per “vedere dal vivo” i prodotti più costosi, in particolare elettronica e fashion. L’omnicanalità si conferma così un asset competitivo: chi integra online e offline in modo fluido riesce a catturare più valore. Un altro elemento che segna il Black Friday 2025 è la crescente attenzione alla sostenibilità. Una ricerca di YouGov indica che il 48% dei consumatori italiani considera il Black Friday “eccessivo” dal punto di vista ambientale. Alcuni brand hanno scelto risposte alternative: sconti più moderati, promozioni su prodotti ricondizionati, campagne “Buy Better” o iniziative di donazione a favore di cause ambientali. Il risultato è un Black Friday più equilibrato, in cui la comunicazione assume un ruolo sensibile e responsabile.
L’edizione 2025 conferma dunque che il Black Friday non è solo un evento promozionale, ma una sfida strategica che mette alla prova la capacità delle aziende di pianificare, analizzare e innovare. In un mercato in cui i margini sono sempre più compressi e i consumatori più consapevoli, non vince chi abbassa di più i prezzi, ma chi gestisce meglio i dati, la logistica e l’esperienza cliente. Per il pubblico finale resta un momento utile per ottimizzare gli acquisti; per i retailer un passaggio cruciale, che premia visione e preparazione.









