A Cerreto Sannita è stato allestito un Albero della Sicurezza per commemorare le vittime del lavoro. Questa installazione, che rappresenta un albero di Natale realizzato con caschi di sicurezza, è stata inaugurata nella Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, presso “Casa Santa Rita”, sede della Caritas diocesana e della cooperativa sociale iCare. L’iniziativa è stata promossa dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, che ha tagliato il nastro insieme alla Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico e al Progetto Policoro. Grazie al supporto delle aziende EuroNatale Srl di San Salvatore Telesino e Di Leone di Cerreto Sannita, l’obiettivo di questa installazione è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza sul lavoro.
A Cerreto Sannita allestito un Albero della Sicurezza per commemorare le vittime del lavoro
Questa opera unica, concepita e realizzata dal Maestro Francesco Sbolzani per la Fondazione ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro) nell’ambito dell’iniziativa “Sosteniamoli Subito“, si propone di focalizzare l’attenzione sugli incidenti sul lavoro. Essa mira a promuovere una nuova coscienza civica, basata su una cultura del lavoro dignitoso e sicuro. Purtroppo, il numero delle vittime (tra morti, mutilati e invalidi) è inaccettabilmente elevato, e le tragedie di coloro che perdono la vita sul posto di lavoro tendono a essere dimenticate troppo rapidamente, senza ricevere l’adeguata e necessaria considerazione, specialmente negli ultimi anni.
L’Albero della Sicurezza, simbolo di testimonianza, impegno e amore per il nostro territorio, ci ricorda di non dimenticare questa grave piaga che colpisce il nostro Paese, portando via vite a familiari e amici. È sconcertante pensare che nel 2024 possano ancora verificarsi tragedie mortali nei luoghi di lavoro. L’inaugurazione, avvenuta con una preghiera ispirata alle parole di Papa Francesco durante l’incontro con il mondo del lavoro a Cagliari nel 2013, ha preceduto il terzo incontro formativo dedicato al tema del lavoro, un percorso ideato e promosso dalla Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico e dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Il tema trattato è stato il lavoro nel magistero di Papa Francesco.
Don Matteo Prodi, direttore della Scuola diocesana, ha sottolineato, partendo dai quattro principi fondamentali del magistero di papa Francesco (EG 221 e seguenti), come l’attuale modello economico che regola il mondo stia danneggiando la nostra realtà. Ha affermato che “il denaro governa anziché servire, le disuguaglianze generano violenza e promuovono un consumo sfrenato”. Da ciò emerge che “si tende a considerare scomodo il discorso su etica, solidarietà, distribuzione delle risorse, lavoro, dignità dei più vulnerabili e su un Dio che richiede un forte impegno per la giustizia”.
Attraverso alcuni estratti di Evangelii Gaudium, Laudato Sì e Fratelli Tutti, don Matteo Prodi ha ribadito con fermezza le affermazioni di papa Francesco durante il suo pontificato. Se è indubbio che il lavoro rappresenti la continuazione dell’opera creatrice di Dio, è altrettanto vero che il Signore assicura l’eternità di quella creazione umana. Infatti, l’intervento umano che promuove uno sviluppo responsabile del creato è il modo più appropriato per prendersene cura.
“Qualsiasi forma di lavoro – continua Prodi – implica una concezione della relazione che l’essere umano può o deve instaurare con gli altri. Il lavoro dovrebbe sempre rappresentare un contesto per questo sviluppo personale e comunitario variegato, in cui si intrecciano molteplici dimensioni della vita, e dove è fondamentale mantenere come priorità l’obiettivo di garantire l’accesso al lavoro per tutti.” Non è un caso che lo stesso Papa, al paragrafo 128 della Laudato Sì, affermi che: “La diminuzione dei posti di lavoro ha anche conseguenze negative sul piano economico, attraverso l’erosione progressiva del ‘capitale sociale’, ovvero quell’insieme di relazioni basate sulla fiducia, sull’affidabilità e sul rispetto delle regole, essenziali per una convivenza civile.”
In conclusione, “i costi umani si traducono sempre in costi economici, e le disfunzioni economiche generano inevitabilmente costi umani”. Rinunciare a investire nelle persone per ottenere un profitto immediato rappresenta un grave errore per la società. Per garantire la creazione di posti di lavoro, è fondamentale promuovere un’economia che incoraggi la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale. Inoltre, è essenziale fornire una formazione che sia vitale come l’aria, poiché si sta perdendo “un’etica sufficientemente solida, una cultura e una spiritualità che possano realmente stabilire dei limiti” (all’uomo, ndr). Ogni epoca, come sottolinea Francesco (LS 105), tende a sviluppare una limitata consapevolezza dei propri confini. Per questo motivo, è possibile che oggi l’umanità non percepisca la gravità delle sfide che si trova ad affrontare, e che «la possibilità per l’uomo di abusare della propria potenza stia crescendo continuamente» quando «non ci sono norme di libertà, ma solo pretese necessità di utilità e sicurezza». Erano presenti all’inaugurazione dell’Albero della Sicurezza e all’incontro formativo il vescovo diocesano mons. Giuseppe Mazzafaro e i rappresentanti provinciali dell’ANMIL.