Uno studio ha rivelato un possibile legame tra l’eccessiva esposizione agli schermi e la comparsa di sintomi maniacali nei bambini e preadolescenti.
Troppo tempo davanti allo schermo e aumento dei sintomi maniacali nei bambini
L’eccessiva esposizione agli schermi è un fenomeno sempre più diffuso tra i più giovani, ma gli effetti negativi di questa abitudine potrebbero andare ben oltre il ritardo nello sviluppo del linguaggio o l’aumento di ansia e depressione. Un recente studio pubblicato su Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology ha infatti evidenziato un possibile legame tra il tempo trascorso davanti ai dispositivi digitali e la comparsa di sintomi maniacali nei bambini e nei preadolescenti.
Lo studio: oltre 9.200 adolescenti monitorati
La ricerca ha analizzato i comportamenti di oltre 9.200 ragazzi di età compresa tra 10 e 11 anni, coinvolti nel Adolescent Brain Cognitive Development Study, uno dei più ampi studi longitudinali sullo sviluppo cerebrale in età adolescenziale.
L’obiettivo era verificare se esistesse una correlazione tra le abitudini digitali dei partecipanti e la comparsa di sintomi maniacali, ossia episodi di forte alterazione del comportamento e dell’umore che possono protrarsi per giorni, compromettendo in modo significativo la quotidianità. Questi sintomi si manifestano sotto forma di euforia immotivata, energia eccessiva, irritabilità, impulsività, autostima esagerata e ridotto bisogno di sonno, caratteristiche tipiche dei disturbi dello spettro bipolare, che spesso si manifestano proprio nell’adolescenza.
I dati raccolti: quali dispositivi sono più a rischio
Ai partecipanti è stato chiesto di fornire informazioni dettagliate sul tempo trascorso quotidianamente davanti a sei tipologie di schermi:
- Televisione
- Videogiochi
- Messaggistica istantanea
- Visione di video
- Videochiamate
- Social media
Dopo un anno di osservazione, i ricercatori hanno riscontrato una chiara associazione tra l’aumento del tempo davanti agli schermi e il rischio di sintomi maniacali. In particolare, è emerso che social media e messaggistica istantanea risultano tra le attività più correlate all’insorgenza di questi disturbi, spiegando circa il 48% dell’aumento del rischio. Ancora più rilevante è risultato il ruolo dei videogiochi, responsabili del 58% dell’incremento osservato.
Il ruolo del sonno e della gratificazione immediata
Un altro fattore rilevante individuato dallo studio è la riduzione del sonno: nel secondo anno di osservazione, la privazione di riposo notturno ha contribuito a incrementare il rischio di sintomi maniacali, seppur in misura minore (circa il 9%).
A pesare è anche il meccanismo di gratificazione immediata attivato da social media e videogiochi. Questi strumenti sono progettati per catturare l’attenzione e stimolare continuamente il sistema di ricompensa del cervello, inducendo il rilascio di dopamina. Un meccanismo simile si verifica proprio nei soggetti che vivono episodi maniacali, suggerendo un possibile collegamento biologico tra uso eccessivo degli schermi e predisposizione ai disturbi dell’umore.
Le implicazioni per la salute mentale
I risultati di questa ricerca confermano quanto sia importante monitorare e limitare il tempo che bambini e adolescenti trascorrono davanti ai dispositivi digitali. Ridurre l’esposizione potrebbe contribuire a prevenire l’insorgenza di sintomi maniacali e, di conseguenza, il rischio di sviluppare disturbi più gravi come il disturbo bipolare.
Gli esperti sottolineano anche l’importanza di programmi educativi mirati a sensibilizzare le famiglie e i giovani sull’uso consapevole della tecnologia. Interventi scolastici già sperimentati in passato hanno dimostrato che la consapevolezza digitale può effettivamente ridurre il tempo passato online e migliorare i comportamenti a rischio.
In un’epoca sempre più digitale, educare i ragazzi a un rapporto sano con la tecnologia è una sfida cruciale per tutelare la loro salute mentale e garantire un sano sviluppo psicofisico.