Una bimba disabile di Avellino resta senza il voucher regionale per le cure a causa di un errore nella valutazione ISEE. Il Tribunale per i Diritti del Malato chiede interventi immediati per garantire equità e accesso ai fondi.
Avellino, bimba disabile esclusa dalle cure per errore burocratico
Una bambina con gravi compromissioni neurologiche, costretta a terapie continue e frequenti ospedalizzazioni, è rimasta senza il voucher regionale per le cure a causa di un errore nella valutazione dell’ISEE. La vicenda arriva da Lioni, nell’Alta Irpinia, ed è stata denunciata dal Tribunale per i Diritti del Malato di Avellino, che segnala come il problema possa riguardare centinaia di minorenni in tutta la Campania.
Il problema burocratico
Secondo quanto rilevato dall’associazione CittadinanzAttiva, la Regione Campania ha applicato un criterio errato nella stesura della delibera n. 70 del 22 febbraio 2024, trascurando la differenziazione tra adulti e minorenni. In pratica, mentre gli adulti possono chiedere un ISEE ristretto per ridurre il reddito considerato ai fini dell’assegnazione dei fondi, per i bambini questa opzione non è prevista. Il risultato è una disparità nelle graduatorie, con minorenni penalizzati rispetto agli adulti, nonostante le condizioni di disabilità gravissima siano analoghe.
La coordinatrice Angela Marcarelli spiega: “L’errato criterio adottato nella valutazione comparativa dell’ISEE, a parità di gravità della disabilità, genera posizioni discriminatorie tra adulti e minorenni. La Regione deve rettificare subito la delibera per garantire pari accesso ai contributi”.
Le conseguenze
Il caso della piccola Clara evidenzia le difficoltà vissute dalle famiglie: medicinali non coperti e mancanza di sostegno economico essenziale. Gli enti erogatori, come i consorzi territoriali dei servizi sociali, non possono intervenire autonomamente perché sono vincolati ai criteri fissati dalla delibera regionale, che non recepisce correttamente le indicazioni del Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022–2024.
La normativa nazionale prevede soglie di accesso più alte per minorenni (fino a 65 mila euro) rispetto agli adulti (50 mila euro), ma la Regione Campania ha trascritto solo la parte relativa agli adulti, lasciando scoperti i bambini con disabilità grave. ’associazione chiede un intervento immediato per correggere la procedura e garantire il diritto alle cure ai più piccoli, evitando che un errore burocratico comprometta la salute dei minorenni.