Sfiorata la tragedia a Pago Vallo Lauro, in provincia di Avellino, dove un bambino di tre anni è stato ferito all’addome con un coltello da cucina dal prozio ottantaduenne. Il drammatico episodio si è verificato all’interno di un’abitazione privata, dove il piccolo si trovava in compagnia della nonna materna, sorella dell’aggressore. Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato il pianto del bambino a scatenare un improvviso raptus di violenza nell’anziano, che ha impugnato l’arma e ha sferrato due fendenti come riportato da Il Mattino.
Avellino, bambino accoltellato dal prozio: salvato dalla nonna
A impedire conseguenze ben più gravi è stata la prontezza della nonna, 81 anni, che si è frapposta tra il fratello e il nipotino, ricevendo a sua volta due coltellate al braccio destro. Fondamentale anche la giacca a vento indossata dal piccolo, che ha attutito l’impatto dei colpi, provocando soltanto lesioni superficiali. La donna, nonostante fosse ferita, è riuscita a mettere in salvo il bambino, passandolo a una vicina di casa attraverso una finestra. Quest’ultima, attirata dalle urla provenienti dall’abitazione, ha immediatamente lanciato l’allarme.
Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di polizia di Lauro, guidati dal vicequestore Elio Iannuzzi, che hanno bloccato e ammanettato l’aggressore. Su disposizione della Procura della Repubblica di Avellino, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari in un’abitazione a Comiziano, nel Napoletano. L’accusa a suo carico è di tentato omicidio.
In considerazione dell’età avanzata e delle condizioni di salute dell’indagato, la magistratura ha disposto una perizia psichiatrica per valutare l’eventuale presenza di disturbi mentali che possano aver influito sul gesto. Intanto, gli agenti hanno proceduto al sequestro preventivo delle armi legalmente detenute dall’uomo: due pistole e due fucili da caccia. Ritirato anche il porto d’armi, oltre al sequestro del coltello utilizzato per l’aggressione.
I soccorsi
Nonna e nipote sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale di Nola, dove hanno ricevuto le cure del caso. La donna ha riportato ferite giudicate guaribili in sette giorni, mentre il bambino è stato dimesso con una prognosi di quattro giorni. Le condizioni di entrambi non destano preoccupazione.
Secondo quanto emerso, l’anziano viveva da tempo in uno stato di abbandono e solitudine. Era stato accolto dalla sorella soltanto da pochi giorni, proprio per ricevere assistenza. Un gesto di solidarietà familiare che si è trasformato, però, in un incubo. L’episodio ha profondamente scosso la comunità locale, colpita dalla violenza improvvisa e apparentemente immotivata all’interno di un contesto domestico.