Dal 1° gennaio 2026 aumentano di nuovo i pedaggi sulle autostrade: rincari dell’1,5% sulle principali tratte italiane. Il Ministero dei Trasporti contesta la decisione della Corte Costituzionale. L’aumento più alto si registrerà sull’A3 Salerno-Pompei-Napoli.
Autostrade, rincari pedaggi dell’1,5% dal 1° gennaio 2026
Dal primo gennaio 2026 molti automobilisti italiani dovranno fare i conti con un aumento dei pedaggi sulle principali tratte autostradali. L’incremento, pari all’1,5%, è legato all’adeguamento programmato all’inflazione e previsto nei contratti di concessione stipulati dalle società autostradali, tra cui Autostrade per l’Italia.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha espresso il proprio disappunto nei confronti della Corte Costituzionale, sottolineando come la sentenza che consente l’adeguamento tariffario vanifichi gli sforzi del governo di congelare i pedaggi fino all’approvazione dei nuovi Piani Economico-Finanziari (PEF). Secondo il Mit, l’aumento del 1,5% è determinato anche dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che stabilisce gli aggiornamenti in base all’inflazione e alle dinamiche di traffico.
Il rincaro più significativo riguarderà la Salerno-Pompei-Napoli, con un incremento dell’1,923%. La maggior parte delle altre tratte, tra cui Brescia-Padova, Autovia Padana, Tangenziale di Napoli e Pedemontana Lombarda, subirà l’aumento standard dell’1,5%. Alcune autostrade, come l’Alto Adriatico e la Strada dei Parchi, non prevedono alcun incremento.
I Piani Economico-Finanziari, strumenti con cui le concessionarie propongono adeguamenti tariffari annuali, tengono conto dei prezzi, del traffico previsto e degli investimenti effettuati, al netto della manutenzione ordinaria e straordinaria. La revisione è gestita dal Ministero dei Trasporti e dal Tesoro, ma eventuali contestazioni possono portare a contenziosi nei tribunali amministrativi.
L’opposizione politica ha criticato il governo, sostenendo che l’aumento dei pedaggi si somma ad altre spese per l’autotrasporto e per i cittadini, come l’incremento delle accise sul diesel e nuove tasse, definendo il tentativo del Ministero di attribuire la responsabilità ai giudici come un modo per mascherare inefficienze.









