Sono trascorsi cinque anni da quando la notizia della morte di Diego Armando Maradona fece il giro del mondo, lasciando Napoli, l’Italia e l’intero pianeta in un dolore collettivo che ancora oggi sembra fresco come allora. Era il 25 novembre 2020 quando il D10S del calcio lasciò un vuoto che nessun campione, prima o dopo, ha saputo colmare. Nel Cilento, terra che Diego visitò più volte e che lo accolse con affetto sincero, il ricordo non si è mai affievolito. Qui il mito è ancora vivo, tramandato dai racconti, dagli aneddoti e da un gesto simbolico che ha fatto il giro d’Italia: una strada interamente dedicata al fuoriclasse argentino.
Il legame tra Maradona e il Cilento
Non tutti ricordano che Maradona mise piede nel Cilento nel pieno della sua gloria calcistica. Era il 18 novembre 1987 quando El Pibe de Oro arrivò in elicottero nell’area archeologica di Paestum per girare uno spot della Xerox. Palleggi tra i templi, ciak ripetuti e un’intera troupe giapponese accorsa solo per lui: un evento che pochi fortunati ancora raccontano con orgoglio.
Nello stesso anno, accompagnato da Beppe Bruscolotti, Maradona visitò anche Sala Consilina per inaugurare un fan club del Napoli. Un segno della sua vicinanza al Sud più autentico, lontano dalle luci di Fuorigrotta ma ricco di un calore che Diego conosceva bene.
Quando il Cilento si illuminò per lui
La sera della sua morte, gli impianti sportivi del Cilento e del Vallo di Diano si accesero all’unisono per ricordarlo. Un tributo semplice e potente, che confermò quanto profondo fosse il legame tra queste comunità e il più grande numero 10 della storia.
Vibonati: il primo comune a dedicargli una strada
Tra i gesti più significativi spicca quello del Comune di Vibonati. Pochi giorni dopo la scomparsa del campione, l’amministrazione guidata dal sindaco Manuel Borrelli decise di intitolargli una strada nei pressi del campo sportivo.
“Via Diego Armando Maradona” divenne così una delle prime strade in Italia e nel mondo dedicate al fuoriclasse argentino. Un atto di amore e riconoscenza che trasformò un angolo di Cilento in un piccolo santuario laico per appassionati e curiosi.
Un’eredità che non conosce fine
Oggi, 25 novembre 2025, i ricordi si intrecciano alle immagini dei suoi palleggi impossibili, dei gol che hanno riscritto la storia del calcio e degli abbracci dati a un popolo che lo considererà per sempre uno di famiglia.
Nel Cilento, come a Napoli, Diego non è un ricordo: è un’eredità emotiva. È il campione che ha insegnato che il talento può essere rivoluzione, e che il Sud può essere orgoglioso, fiero, libero. E finché il suo nome sarà scritto su strade, stadi e cuori, il mito non tramonterà mai.
