Niente sconto di pena: la Cassazione respinge il ricorso di Carlo Montella e conferma la condanna. Secondo i giudici, gli omicidi non sono riconducibili a un unico disegno criminoso. Niente sconto di pena per l’esponente angrese del clan Tempesta. Lo riporta La Città.
Angri, niente sconto di pena per Carlo Montella
Nessuno sconto di pena per Carlo Montella, 71 anni, originario di Angri e figura di rilievo del disciolto clan Tempesta: la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa contro la decisione della Corte d’Assise di Napoli, che lo scorso febbraio aveva negato l’applicazione del principio di continuazione tra diversi delitti di omicidio commessi tra il 1989 e il 1991.
Respinta la tesi difensiva: «Nessun disegno unico»
Secondo la difesa, Montella avrebbe agito nell’ambito di un piano criminale coordinato dal clan Tempesta, volto a rafforzare il controllo sul territorio dell’Agro Nocerino-Sarnese in un momento di vuoto di potere successivo al declino della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.
Una tesi che non ha convinto i giudici supremi: secondo la Cassazione, infatti, gli omicidi in questione non sarebbero stati eseguiti su mandato della cosca, ma per fini personali, riconducibili alla brama di affermazione individuale di Montella all’interno dei delicati equilibri criminali del tempo.
La posizione giudiziaria
Montella è già condannato in via definitiva per quattro distinti episodi di omicidio. Il ricorso mirava ad accorpare le condanne facendo leva sull’istituto della “continuazione”, che avrebbe potuto ridurre sensibilmente la pena. Tuttavia, il mancato riconoscimento di un “unico disegno criminoso” ha chiuso la strada a ogni revisione al ribasso.