Preoccupa anche in Campania la diffusione dell’Aethina tumida, un coleottero originario dell’Africa subsahariana noto per la sua pericolosità nei confronti degli alveari di api. A lanciare l’allarme è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), diretto dal dottor Antonio Limone, che ha condotto uno studio approfondito sul fenomeno, evidenziando i rischi legati alla possibile espansione del parassita nelle regioni meridionali.
Allarme Aethina tumida, il coleottero che minaccia le api
Attualmente, la presenza accertata di Aethina tumida in Italia è circoscritta alla Calabria, dove il parassita è ormai endemico nelle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, e alla Sicilia nord-orientale, in particolare nella provincia di Messina, dove nel 2024 sono stati segnalati nuovi focolai. Tuttavia, l’IZSM sottolinea che, pur in assenza di casi rilevati in Campania, è fondamentale mantenere alta l’attenzione attraverso un sistema di sorveglianza attiva su scala nazionale, con particolare intensificazione nelle aree a maggiore rischio.
L’allarme in Italia scattò per la prima volta nel settembre 2014, quando il parassita – anche noto come “piccolo coleottero dell’alveare” o SHB – fu individuato nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria. In poche settimane si registrò la sua diffusione anche in Sicilia. La situazione destò immediata preoccupazione nel settore apistico, già gravemente colpito da pesticidi e cambiamenti climatici.
Le larve di Aethina tumida danneggiano le colonie scavando gallerie nei favi, compromettendo la covata e provocando la fermentazione del miele, con conseguente abbandono dell’arnia da parte delle api. Secondo lo studio dell’IZSM, dal 1996 il coleottero si è diffuso in tutti i continenti abitabili, causando gravi danni all’apicoltura.
In risposta all’emergenza, l’Italia ha messo in campo una delle più efficaci strategie di contenimento europee contro una specie invasiva. La Regione Calabria, dopo dieci anni di monitoraggio e interventi, ha ottenuto un risultato rilevante: la diffusione del parassita è stata contenuta e confinata in un’area circoscritta. Un traguardo che ha portato la sede IZSM di Reggio Calabria a diventare un punto di riferimento scientifico a livello internazionale.
Determinante in questo percorso è stato l’allestimento di un insettario sperimentale presso l’IZSM calabrese, laboratorio ad alto biocontenimento dove è stato possibile studiare il comportamento del coleottero e testare metodi diagnostici e soluzioni di contenimento. “L’obiettivo era bloccare la diffusione del parassita e tutelare l’apicoltura italiana – ha dichiarato Franco Mutinelli, direttore del Centro di Referenza Nazionale per l’Apicoltura –. Grazie alla ricerca scientifica coordinata, abbiamo individuato misure efficaci che dimostrano come, con prontezza e coordinamento, sia possibile contenere anche le minacce più insidiose alla biodiversità”.
Nonostante i progressi, l’Aethina tumida resta una minaccia concreta. L’eradicazione completa non è al momento realizzabile, ma il contenimento della sua espansione rappresenta un importante successo per la sanità pubblica veterinaria e la sicurezza delle produzioni agroalimentari. La Campania, pur non ancora colpita direttamente, è inserita tra le aree sorvegliate, e l’IZSM invita a non abbassare la guardia, rafforzando i controlli e sostenendo la ricerca per affrontare tempestivamente eventuali nuove emergenze.