Cronaca

Alessandro Impagnatielo condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di 7 mesi

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Giulia Tramontano
Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate nel maggio del 2022. “Ha realizzato che il suo castello di menzogne era crollato”

Ergastolo per Alessandro Impagnatiello: la premeditazione risale a sei mesi prima

La Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello per l’omicidio premeditato della compagna Giulia Tramontano, avvenuto il 27 maggio 2023 a Senago (Milano). Le motivazioni della sentenza mettono in evidenza una rabbia fredda e lucida, maturata per almeno sei mesi prima del delitto.

Secondo la Corte d’Assise, presieduta da Antonella Bertoja, il 32enne aveva già deciso di uccidere Giulia a partire dal dicembre 2022. Per mesi aveva provato a somministrarle veleno per topi e ammoniaca sciolta nell’acqua, con l’obiettivo di eliminare sia la compagna che il feto che portava in grembo, aveva ordinato le sostanze tossiche sul web usando un nome falso, e sono state fatte numerose ricerche su internet per cercare il modo più efficace per avvelenarla.

Il movente: umiliazione e desiderio di vendetta

Il 27 maggio 2023, Giulia Tramontano aveva incontrato la collega con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. Quel giorno, le due donne si sono scambiate informazioni, scoprendo tutte le bugie dell’uomo. Impagnatiello ha così capito che il suo castello di menzogne era crollato. La collega lo aveva lasciato, Giulia stava per fare lo stesso, e lui era diventato lo zimbello del bar in cui lavorava. La sua reazione? Una rabbia fredda e lucida, che lo ha portato ad agire senza più prudenza.

Il brutale omicidio: 37 coltellate e il tentativo di occultamento

Dopo aver pianificato ogni dettaglio, il 32enne ha organizzato un vero e proprio agguato: ha preparato la scena del crimine: ha eliminato il tappeto in salotto e coperto il divano con un telo per evitare che si sporcasse di sangue. Ha atteso il rientro di Giulia: non appena entrata in casa, l’ha accoltellata per 37 volte. Ha tentato di bruciare il corpo, prima nella vasca da bagno, poi in garage, ma senza successo. “Il corpo della ragazza non spariva come un fazzoletto”, scrivono i giudici.

 Condanna all’ergastolo e aggravanti

Il tribunale ha riconosciuto tutte le aggravanti: premeditazione, vincolo sentimentale, crudeltà, procurato aborto e occultamento di cadavere. I giudici hanno confermato che Impagnatiello ha ucciso Giulia Tramontano con freddezza e premeditazione, dopo aver visto crollare il suo mondo di bugie.

La sentenza di ergastolo è un punto fermo in una delle vicende di femminicidio più efferate degli ultimi anni. Restano aperti gli interrogativi sulla pericolosità sociale dell’imputato e sul perché nessuno abbia intuito per tempo la minaccia mortale che aleggiava su Giulia.

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