Anche quest’anno, nel giorno dell’Immacolata, le luci del Natale hanno illuminato il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Immacolata” di Sapri. Tra tutte le decorazioni, una spicca più delle altre: l’Albero della Vita, divenuto ormai un simbolo identitario per le mamme del Golfo di Policastro e per il personale sanitario.
Un albero fatto di manine e piedini
A rendere speciale l’edizione 2025 è la scelta di decorare l’albero con le sagome delle manine e dei piedini dei bambini nati nell’ultimo anno. Un mosaico emozionante, composto da decine di piccoli gesti d’amore, che racconta in modo semplice e immediato la missione del reparto: custodire la vita che nasce.
Il progetto nato da una mamma del territorio
L’iniziativa è partita da una delle partorienti, Emy Cobucci, che ha coinvolto le altre mamme, il personale sanitario e il cappellano dell’ospedale, Don Pasquale Pellegrino. Il risultato è un’opera collettiva che unisce creatività, fede e senso di comunità.
“Questo albero è più di un albero: è un simbolo di rinascita, una vittoria, il segno dell’importanza di un reparto che qualcuno aveva pensato di togliere a tutti“, ha raccontato visibilmente emozionata Emy Cobucci, ringraziando mamme, neonati e tutto il personale, compresi la coordinatrice Maria Tramontano, Enza Dieli e il primario, dottor Torsiello.
Un grazie che diventa augurio
Il progetto ha coinvolto anche Federica Manco, Martina Ciotola e Noemi Maio, che hanno collaborato alla realizzazione dell’Albero della Vita. Un lavoro condiviso, nato dalla volontà di raccontare, attraverso una tradizione natalizia, il valore del reparto e il legame tra l’ospedale e la comunità.
Natale come promessa di futuro
“Buon Natale a tutti che il nuovo anno porti tante nascite al nostro reparto e sia di buon auspicio per le scelte future“, ha concluso Cobucci. Un messaggio che vale come speranza per l’intera struttura ospedaliera, spesso al centro di discussioni e preoccupazioni sul suo destino.
L’Albero della Vita rimarrà esposto per tutto il periodo delle festività, ricordando a chi entra nel reparto il senso più profondo del Natale: la vita che nasce e illumina tutto.









