Cronaca Salerno

Agropoli, falsi ricoveri per ottenere rimborsi dall’Asl: dieci persone a processo

Immagine di repertorio

Un’inchiesta condotta dai Carabinieri del Nas di Napoli ha portato a processo dieci persone con l’accusa di falsi ricoveri presso una clinica privata di Agropoli accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale. L’indagine, avviata nel 2021, ha riguardato presunti ricoveri ospedalieri disposti solo per ottenere rimborsi indebiti dall’Asl, senza che sussistessero reali condizioni mediche di urgenza. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Agropoli, ricoveri falsi per ottenere rimborsi dall’Asl: dieci persone a processo

Il Gup del Tribunale di Vallo della Lucania ha disposto il rinvio a giudizio per alcuni degli indagati, mentre per altri ha emesso sentenza di non luogo a procedere per insussistenza delle accuse. Le ipotesi di reato sono truffa e falso in atto pubblico, circoscritte a quattro episodi su un numero più ampio di casi inizialmente contestati.

Secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche e dai documenti acquisiti, in alcuni casi sarebbero stati disposti ricoveri fittizi per consentire a familiari di assistere i propri congiunti in struttura.

In uno degli episodi, una donna avrebbe ottenuto di seguire il marito durante il ricovero grazie a un presunto accordo tra medici e dirigenti della clinica. Tale pratica avrebbe comportato l’apertura di una cartella clinica e il rimborso da parte dell’Asl di 93 euro, generando un danno economico per il Servizio Sanitario Nazionale.

L’inchiesta, che in un primo momento coinvolgeva anche medici di base e privati cittadini, ha portato alla luce cinque rimborsi non dovuti, già documentati dagli inquirenti. L’Asl di Salerno figura nel procedimento come parte lesa.

Il processo

Ora sarà il Tribunale di Vallo della Lucania a valutare le responsabilità dei soggetti coinvolti — medici, tecnici e cittadini — per i quattro casi rimasti sotto accusa. Il dibattimento dovrà stabilire se i ricoveri siano stati effettivamente simulati o se, al contrario, sussistessero motivazioni sanitarie legittime.

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