Emergono elementi drammatici dall’esame autoptico eseguito sul corpo di Anna Tagliaferri, la 40enne uccisa nel suo appartamento di Cava de’ Tirreni. Secondo i primi riscontri medico-legali, la donna avrebbe tentato di opporsi all’aggressione, riportando ferite compatibili con un disperato tentativo di difesa.
Le ferite e la dinamica dell’aggressione
Il referto preliminare conferma quanto già emerso dal primo esame esterno: la vittima è stata colpita da sette fendenti. Alcune lesioni, in particolare agli arti superiori, indicano che Anna Tagliaferri ha cercato di proteggersi dalla violenza improvvisa scatenata dal compagno, Diego Di Domenico.
L’esame autoptico
L’autopsia è stata eseguita nel pomeriggio di ieri presso l’obitorio dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore dal medico legale Giuseppe Consalvo, incaricato dalla Procura. Lo stesso specialista ha effettuato anche gli accertamenti sulla salma dell’uomo, deceduto dopo l’omicidio.
Nessuna discrepanza con i primi rilievi
Dagli accertamenti non sarebbero emerse discrepanze rispetto alle valutazioni iniziali. Il quadro clinico e forense conferma una dinamica di estrema violenza, consumata in pochi minuti all’interno dell’abitazione di via Ragone, teatro della tragedia che ha scosso l’intera comunità cavese.
Un nuovo capitolo nelle indagini
I risultati dell’autopsia rappresentano un tassello importante per completare il quadro investigativo. La Procura prosegue il lavoro di ricostruzione dei fatti, mentre la città di Cava de’ Tirreni resta stretta nel dolore per una vicenda che ha riacceso il dibattito sul tema della violenza di genere e sulla necessità di prevenzione.








