È polemica a Vietri sul Mare dopo la scelta della giunta comunale di avviare le procedure previste dalla legge nei confronti di due cittadine che hanno espresso opinioni critiche in alcuni commenti pubblicati sui social network.
Vietri sul Mare, critiche all’Amministrazione sui social: nei guai due cittadine
Secondo l’esecutivo guidato dal sindaco Giovanni De Simone, i contenuti diffusi online avrebbero superato il limite della critica, assumendo toni ritenuti «gravemente offensivi e diffamatori» nei confronti dell’amministrazione.
Come riportato da Il Mattino al centro delle contestazioni ci sono dei post relativi alla demolizione dell’ex scuola materna di Marina di Vietri, destinata a lasciare spazio alla realizzazione di una nuova caserma dei Carabinieri.
Un scelta che divide
La decisione di procedere per vie legali contro le due cittadine ha immediatamente sollevato un acceso confronto pubblico, alimentando discussioni sul confine tra diritto di critica, libertà di espressione e tutela dell’istituzione comunale.
«La critica dei cittadini, anche aspra, non può mai essere considerata un attentato al prestigio del Comune – ha affermato la consigliera de “L’Altra Vietri”, Emilia Senatore – Il prestigio delle istituzioni si difende con la trasparenza, il dialogo e la buona amministrazione, non con atti punitivi o con segnalazioni alle forze dell’ordine contro chi esprime un dissenso.»
«Una comunità democratica cresce quando le persone partecipano, domandano, contestano, segnalano problemi. Trasformare il dissenso in una minaccia, invece, rischia di generare paura, intimidazione e sfiducia nelle istituzioni.» ha proseguito.
«Un’amministrazione solida non teme le critiche: le ascolta, risponde nel merito, chiarisce con dati e atti, dimostra la correttezza dell’azione amministrativa attraverso la sostanza e non attraverso azioni che possono apparire come ritorsive. – ha concluso Senatore – Continuerò a difendere il diritto dei cittadini di esprimersi, perché un’amministrazione è tanto più forte quanto più lascia spazio alla voce della sua comunità.»








