Secondo Il Mattino, a Mariconda si avvia alla conclusione un intervento artistico che segna una fase di rinnovamento per il quartiere. In via Torino 7, su una delle palazzine centrali, sta prendendo forma un ampio murale dedicato a Eduardo Scarpetta, figura centrale del teatro partenopeo e capostipite della famiglia De Filippo. L’opera, affidata all’artista salernitano Giuseppe De Martino, in arte Amed, è alle battute finali dopo giornate di lavoro condotte tra gru, imbracature e bozzetti preparatori.
Un murale per Scarpetta, Mariconda cambia volto
Il progetto è promosso dalla Erre Erre Eventi all’interno di un programma regionale orientato alla creatività urbana e al muralismo contemporaneo, con l’obiettivo di sostenere iniziative legate alla rigenerazione dei quartieri e alla valorizzazione degli spazi cittadini. L’intervento segue le linee indicate dall’avviso pubblico della Direzione Generale per il Governo del Territorio, che punta su conoscenza, sostegno e valorizzazione dei luoghi attraverso operazioni culturali diffuse.
Amed, 33 anni, formatosi al Liceo Artistico Sabatini-Menna e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è già conosciuto in città per precedenti realizzazioni su facciata. Dopo aver ottenuto le autorizzazioni condominiali e comunali, ha avviato un lavoro quotidiano che ha attirato l’attenzione dei residenti. Dalle finestre dei piani alti arrivano domande e richieste di aggiornamenti, in un clima di partecipazione che accompagna l’avanzamento dell’opera.
L’inaugurazione è prevista per il 14 dicembre, alla presenza di istituzioni, studenti e abitanti del quartiere, con una cornice di performance teatrali. Il murale intende sottolineare il dialogo tra la tradizione popolare rappresentata da Scarpetta e una comunità che conserva una forte identità collettiva. De Martino ha scelto di unire il volto del maestro del teatro napoletano a elementi simbolici legati al territorio, ricorrendo al cerchio arancione che richiama il sole e alle tonalità azzurre che evocano il mare.
L’intervento rappresenta per Mariconda un tassello di un percorso più ampio, volto a ripensare gli spazi urbani tramite iniziative culturali accessibili. L’opera dedicata a Scarpetta diventa così un punto di connessione tra memoria teatrale e quotidianità del quartiere, trasformando una semplice facciata in una superficie narrativa capace di raccontare storia, radici e identità.







