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Porto di Salerno, il Ministero impone prescrizioni e revisioni al progetto di ampliamento

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Porto di Salerno
Porto di Salerno

Il progetto di ampliamento del porto di Salerno incontra ostacoli: il Ministero dell’Ambiente richiede analisi su rischio idrogeologico, erosione costiera, monitoraggio ambientale e dati sul traffico navale. Lo riporta InfoCilento.

Porto di Salerno, ostacoli per il progetto di ampliamento: il Ministero elenca una lunga serie di prescrizioni

Il progetto di ampliamento del porto di Salerno incontra nuovi ostacoli. Quella che doveva rappresentare una fase di sviluppo strategico per le infrastrutture portuali si trasforma in un percorso burocratico complesso, segnato dalle numerose osservazioni e prescrizioni della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale (Via-Vas) del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Al centro della discussione c’è il nuovo Piano Regolatore Portuale, che prevede interventi significativi come l’ampliamento del molo di Ponente e l’espansione verso Vietri sul Mare, opere che comporterebbero anche la soppressione della spiaggia libera di via Ligea. Il parere ministeriale, reso noto solo recentemente ma risalente a dicembre scorso, richiede una profonda revisione delle analisi presentate.

Rischio idrogeologico e erosione costiera

Tra i punti critici emerge la sicurezza idrogeologica. Il documento, di circa 60 pagine, chiede un’analisi approfondita dei fenomeni di rischio idraulico, con particolare attenzione all’area del porto Masuccio Salernitano. La preoccupazione principale riguarda la possibilità di alluvioni legate alla realizzazione delle nuove opere e il rischio di erosione della costa.

Il Ministero segnala inoltre lacune nelle valutazioni attuali sull’erosione costiera. Il piano originario aveva sostenuto che la zona fosse già protetta da opere rigide parallele, ma la Commissione richiede modelli analitici per escludere con certezza eventuali impatti sulle spiagge circostanti.

Monitoraggio ambientale e qualità delle acque

Le prescrizioni ministeriali richiedono un monitoraggio completo delle matrici ambientali durante tutto il ciclo dell’opera, dalla fase di cantiere a quella post-opera. Particolare attenzione va all’inquinamento acustico, alla qualità dell’aria, alle emissioni e alle acque interne al porto. Il monitoraggio dovrà estendersi alle acque di balneazione lungo la costa, sia a sud sia a nord del porto, coprendo una profondità minima di 5 chilometri.

Traffici e analisi economiche

Non mancano dubbi sulle previsioni di traffico navale e sulle logiche economiche del progetto. Il Ministero richiede dati concreti sui traffici passati e presenti, evidenziando la necessità di definire scenari minimi e massimi realistici. Anche l’analisi costi-benefici viene messa in discussione: i nuovi usi del suolo generano potenziali vantaggi economici, ma comportano costi elevati per l’adeguamento delle infrastrutture, la digitalizzazione e i miglioramenti delle connessioni. Il rapporto segnala inoltre contraddizioni nei dati forniti finora. In precedenza, rilievi sul progetto erano stati già sollevati dall’Anac, sottolineando come il percorso di ampliamento del porto richieda ora una revisione approfondita prima di poter proseguire.

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