Cronaca Salerno, Salerno

Ordigno lanciato contro la Questura di Salerno: la Cassazione conferma il no all’arresto del 23enne di Cava de’ Tirreni

ordigno questura no arresto cava de tirreni cassazione sentenza
Questura di Salerno
Questura di Salerno

Respinto dalla Corte di Cassazione il ricorso della Procura per l’arresto di un 23enne di Cava de’ Tirreni accusato di aver lanciato un ordigno inesploso contro la Questura di Salerno: nessun accertamento tecnico. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Ordigno lanciato contro la Questura: la Cassazione conferma il no all’arresto del 23enne di Cava de’ Tirreni

La Suprema Corte ha respinto definitivamente la richiesta di arresto per il giovane cavese accusato di aver scagliato, insieme a un coetaneo, un ordigno artigianale contro la sede della Questura e della Prefettura di Salerno. L’episodio risale allo scorso febbraio, quando la Digos individuò i due ragazzi – entrambi 23enni – ritenuti responsabili del lancio dell’esplosivo, che tuttavia non deflagrò e si spense dopo essersi fermato ai piedi di un pilastro dell’edificio.

L’ordigno, realizzato in modo rudimentale, era stato considerato dagli investigatori “ad elevata pericolosità”. I due furono identificati grazie alle immagini di videosorveglianza, nonostante inizialmente avessero il volto coperto, e denunciati per pubblica intimidazione aggravata dall’uso di armi.

Per uno dei due indagati l’identificazione apparve immediatamente certa; per il secondo, invece, emersero margini di incertezza che condussero sia il Gip sia il Tribunale del Riesame a rigettare due richieste di arresto formulate dalla procura. L’azione, avvenuta dopo le 23, fu inoltre qualificata come “tentativo” con una soglia di punibilità non sufficiente a giustificare misure cautelari.

Il pubblico ministero aveva proposto appello insistendo per i domiciliari e per una riqualificazione del reato, ipotizzando anche la fabbricazione o detenzione di esplosivi. Ma anche in tale occasione il Riesame ribadì il proprio no, escludendo l’ipotesi di attentato alla pubblica incolumità e ritenendo più aderente la contravvenzione per “accensioni pericolose”, che non contempla misure restrittive della libertà.

La vicenda è così approdata in Cassazione. Con le motivazioni depositate nei giorni scorsi, la Suprema Corte ha confermato il rigetto: mancano accertamenti tecnici fondamentali sull’ordigno, elemento che – si legge nel provvedimento – impedisce qualsiasi valutazione ulteriore sulla sua reale potenzialità. In assenza di tali verifiche, scrivono i giudici, ogni altra considerazione sulle modalità della condotta risulta irrilevante e non può colmare le lacune investigative.

Cava de' Tirreniordignoquestura di salerno

Ultime notizie