Il Centro di Salute Mentale di Eboli-Contursi Terme è a rischio chiusura per grave carenza di personale: infermieri, psichiatri e fisioterapista trasferito, allarme della UIL FPL. Lo riporta InfoCilento.
A rischio chiusura il Centro Salute Mentale Eboli-Contursi Terme: carenza di personale
La situazione del Centro di Salute Mentale di Eboli-Contursi Terme sta diventando sempre più critica a causa della grave carenza di personale, con il rischio concreto di una possibile chiusura dell’Unità Operativa. Già a ottobre erano stati lanciati appelli ai vertici sanitari per affrontare la carenza di infermieri, operatori socio-sanitari e figure specialistiche come psichiatri. Ad oggi, tuttavia, non risultano interventi risolutivi.
La UIL FPL, tramite il Coordinatore Provinciale Vito Sparano, ha inviato una lettera al sindaco di Eboli, Mario Conte, per richiamare l’attenzione sulla situazione della struttura. Tra le criticità segnalate: la mancanza di personale infermieristico e OSS aggravata da pensionamenti imminenti, assenze per malattia e scadenze contrattuali; la carenza di psichiatri e operatori sanitari necessari per garantire continuità nei servizi; e il trasferimento dell’unico fisioterapista dedicato alla riabilitazione psichiatrica, figura chiave nel percorso terapeutico, che compromette la funzionalità del Centro Esordi.
«La mancanza di personale rischia di incidere sulle normali attività di un servizio di grande importanza per l’intero territorio», sottolinea Sparano. «Non solo infermieri, ma anche psichiatri e altri operatori sono indispensabili per garantire un’assistenza adeguata. Il trasferimento del fisioterapista rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la chiusura del centro».
La UIL FPL ribadisce che, nonostante l’impegno del personale attualmente in servizio, la carenza di professionisti potrebbe compromettere la qualità dell’assistenza, in un contesto dove aumentano le patologie psichiatriche, soprattutto tra i giovani. La lettera al sindaco costituisce un nuovo allarme: senza interventi immediati, la comunità rischia di perdere un presidio fondamentale per la salute mentale del territorio.








