L’inchiesta di Report evidenzia gravi ritardi nelle liste d’attesa della sanità campana. Ad Agropoli, l’ambulatorio solidale “San Giuseppe Moscati” offre cure gratuite ai più fragili. Lo riporta InfoCilento.
Sanità campana, l’inchiesta di Report e il modello solidale di Agropoli che aiuta chi è in difficoltà
L’inchiesta di Report riaccende i riflettori sulle criticità della sanità campana, mettendo a confronto i dati reali con le dichiarazioni ottimistiche della Regione. Mentre i tempi d’attesa si allungano e sempre più persone rinunciano a visite ed esami, ad Agropoli emerge un’esperienza che prova a colmare il divario: l’ambulatorio solidale “San Giuseppe Moscati”, nato per offrire cure gratuite alle fasce più fragili della comunità.
Secondo i documenti ottenuti da Report, presentati da Sigfrido Ranucci, la situazione delle liste d’attesa in Campania appare ben lontana dal “miracolo” annunciato dal presidente uscente Vincenzo De Luca. Solo il 27% delle prestazioni urgenti rientra nei tempi previsti, contro una media nazionale del 69%. Oltre 46mila prenotazioni risultano in ritardo grave o gravissimo, con attese che vanno dai sei mesi a oltre un anno. Un quadro che, per molti cittadini, significa rinunciare alla prevenzione o alle cure perché impossibilitati a rivolgersi al privato.
In questo scenario, ad Agropoli si distingue un’esperienza virtuosa che offre una risposta concreta alle difficoltà. Le telecamere del programma Rai 3 hanno raggiunto il centro cilentano per raccontare il lavoro dell’ambulatorio solidale attivo da un anno nei locali della parrocchia Santa Maria delle Grazie. Lo studio medico gratuito, voluto da don Bruno Lancuba, nasce proprio dalle richieste di aiuto di chi non riesce più a sostenere i costi delle visite o non può attendere i lunghi tempi del pubblico.
A sostenere il progetto sono tra 25 e 30 medici che offrono volontariamente la loro competenza. «Queste persone non avrebbero mai potuto rivolgersi a studi privati», spiega il sacerdote, oggi parroco della Madonna delle Grazie a Vallo della Lucania. Il loro impegno ha trasformato la parrocchia in un punto di riferimento per chi vive in condizioni di difficoltà. Un gesto che resta prezioso, ma che non può risolvere da solo una criticità di portata nazionale. «È una goccia nell’oceano», osserva Ranucci, ricordando che in Italia sono circa sei milioni le persone costrette a rinunciare alle cure.








