Un vasto giro di usura, minacce e tentate estorsioni ai danni di quattro imprenditori, tra l’Irpinia e la Valle dell’Irno, è al centro dell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che ha portato all’emissione di dieci misure cautelari, di cui otto in carcere e due ai domiciliari come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
I provvedimenti, disposti dai Gip dei tribunali di Nocera Inferiore e Avellino, hanno smantellato una rete criminale articolata su più province e ritenuta contigua a tre clan camorristici: i D’Alessandro di Castellammare di Stabia, i Genovese di Baronissi e il Nuovo Clan Partenio di Avellino.
Usura e tentate estorsioni a imprenditori tra Avellino e Salerno
L’indagine, sviluppata attraverso accertamenti bancari, servizi di osservazione e intercettazioni telefoniche e ambientali, ha documentato un sistema di estorsioni e prestiti usurari ai danni di imprese in difficoltà. Le vittime principali sarebbero due giovani imprenditori del comparto conciario di Montoro e Solofra, costretti – secondo quanto emerso – a versare ingenti somme di denaro a fronte di prestiti con tassi d’interesse fuori legge. Il debito accumulato dai due artigiani sarebbe poi passato sotto la gestione congiunta dei tre gruppi criminali, che avrebbero operato in coordinamento per garantirsi il recupero del denaro e il controllo del territorio.
Nel mirino anche due imprenditori di Fisciano, vittime di tentate estorsioni attribuite a soggetti ritenuti contigui ai clan coinvolti. Gli episodi ricostruiti dalla Dda descrivono un contesto di violenze e minacce, con le parti offese sottoposte a continue pressioni e intimidazioni. Secondo gli inquirenti, le richieste di pagamento sarebbero diventate sempre più insistenti e accompagnate da esplicite minacce alla loro incolumità personale.
Il tribunale di Salerno, nei giorni scorsi, aveva disposto sedici fermi ritenendo la misura urgente per interrompere le attività illecite e per evitare ulteriori pericoli alle vittime. Tuttavia, i Gip di Nocera Inferiore e Avellino, pur non convalidando i fermi, hanno emesso ordinanze di custodia cautelare per dieci degli indagati, riconoscendo la gravità del quadro probatorio raccolto. Restano da definire le posizioni di competenza dei giudici di Torre Annunziata e Potenza, anch’essi investiti di segmenti della stessa inchiesta.
Durante gli interrogatori di garanzia, molti indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre altri hanno fornito dichiarazioni spontanee e versioni difensive, contestando le accuse di usura ed estorsione. La procura di Salerno, che coordina il lavoro investigativo, ha fatto sapere che le indagini sono ancora in corso, con possibili nuovi sviluppi nelle prossime settimane.
Le difese, intanto, valutano il ricorso al Tribunale del Riesame, con l’obiettivo di ottenere una revisione delle misure cautelari. L’inchiesta, che ha coinvolto quattro province e decine di operatori di polizia giudiziaria, apre un nuovo fronte nel contrasto ai rapporti economici tra criminalità organizzata e imprenditoria locale, un nodo ancora cruciale nella geografia del malaffare campano.








