Salerno

Cilento, inizia la raccolta dei funghi: i consigli per evitare quelli velenosi

raccolta funghi Cilento
Giandomenico Lettieri

Con l’arrivo dell’autunno, nel Cilento prende il via la tanto attesa raccolta dei funghi, un rito amato da appassionati e buongustai. Le piogge delle ultime settimane e le temperature più miti hanno creato le condizioni ideali per la crescita dei carpofori nei boschi di castagno, faggio, cerro e rovere, offrendo un habitat perfetto per molte varietà, dalle più pregiate alle più insidiose. Ma accanto ai deliziosi porcini, finferli, prugnoli e chiodini, si nascondono anche specie altamente velenose. Per questo, gli esperti raccomandano prudenza e conoscenze approfondite prima di avventurarsi nei boschi.

L’esperienza del fungaiolo Giandomenico Lettieri

A parlare è Giandomenico Lettieri, esperto fungaiolo originario di Roccadaspide, nel cuore del Cilento montano. Conosce alla perfezione i sentieri e le zone del Monte Vesole, luogo ideale per la crescita di molte specie. Lettieri invita i raccoglitori a non improvvisarsi esperti e a seguire sempre le regole di sicurezza e le normative locali:

Ogni zona ha i suoi tempi di crescita e conoscere il bosco è fondamentale. Ma la vera regola d’oro è non raccogliere mai un fungo se non si è certi al cento per cento che sia commestibile.

L’Amanita phalloides: il fungo più pericoloso d’Europa

Tra le specie da evitare assolutamente, Lettieri cita l’Amanita phalloides, conosciuta anche come “angelo della morte”. È responsabile di oltre il 90% degli avvelenamenti mortali da funghi in Italia. Il suo aspetto inganna facilmente, perché può somigliare a funghi commestibili come i prataioli o i porcini.

Ecco alcune caratteristiche distintive:

  • Cappello: verde oliva o giallognolo, liscio e lucido.

  • Lamelle: bianche e fitte.

  • Gambo: bianco o verdastro con anello e volva alla base.

  • Odore: dolciastro nei giovani esemplari, sgradevole in quelli maturi.

Un rischio invisibile: i sintomi e la prevenzione

Il pericolo dell’Amanita phalloides è dovuto alle amatossine, sostanze che resistono alla cottura e danneggiano gravemente fegato e reni. I sintomi si manifestano anche dopo 8–12 ore dall’ingestione, con nausea, vomito, dolori addominali e diarrea, seguiti da un’apparente fase di miglioramento prima del collasso epatico.

Lettieri avverte: “In caso di dubbio, bisogna andare subito al pronto soccorso, portando con sé eventuali resti del fungo o del pasto. Il tempo è vitale“. Nei casi più gravi, può essere necessario un trapianto di fegato.

Il messaggio dell’esperto: prudenza prima di tutto

L’Amanita phalloides è un fungo bellissimo, ma letale. Nel dubbio, non toccate nulla. Meglio rinunciare a un cestino pieno che rischiare la vita“, conclude Lettieri.

Il suo consiglio vale per tutti gli appassionati del Cilento e non solo: il rispetto della natura e la conoscenza del territorio sono la chiave per vivere la raccolta dei funghi in sicurezza, tra piacere e consapevolezza.

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