Il culto di San Michele Arcangelo nel Cilento e nel Vallo di Diano tra processioni, grotte sacre e tradizioni secolari. Appuntamenti religiosi e leggende locali il 29 settembre.
San Michele Arcangelo nel Cilento e nel Vallo di Diano: tradizione, fede e grotte sacre
Il 29 settembre la Chiesa celebra la solennità degli Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, ma è San Michele Arcangelo a ricevere un’attenzione particolare nel Cilento e nel Vallo di Diano, dove la devozione si intreccia con storia, leggende e luoghi sacri. Dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, i comuni del territorio riprendono le celebrazioni con appuntamenti religiosi e culturali. A Rutino, noto per il suggestivo “volo dell’angelo” di maggio, il 29 settembre si tiene una solenne processione; a Sala Consilina, le celebrazioni si articolano in tre giornate, culminando con lo spettacolo del comico Francesco Cicchella. Ad Ascea, nella frazione Terradura, la piccola cappella dedicata all’Arcangelo testimonia la devozione della comunità.
Il culto di San Michele è legato anche alle grotte naturali, spesso trasformate in luoghi di preghiera e memoria. Tra i siti più significativi: la chiesa di Acquavella a Casal Velino, le cavità rocciose di Caselle in Pittari, il convento di Laureana Cilento e le celebri grotte di Pertosa, con nicchie dedicate all’Arcangelo.
A Sant’Angelo a Fasanella e Valle dell’Angelo, la tradizione si fonde con la leggenda: le grotte, un tempo abitate in epoca preistorica o rifugio per pastori in tempesta, conservano il fascino di luoghi sacri che uniscono fede, storia e spiritualità. Nel corso dei secoli, le cavità naturali dedicate a San Michele hanno consolidato la presenza religiosa sul territorio, trasformandosi in simboli di culto e memoria.