Ognuno di noi porta con sé una mappa unica: la propria genetica. Ci racconta la storia della nostra famiglia, le predisposizioni che ereditiamo, i punti di forza e le fragilità. Ma non è una condanna. I geni non scrivono il finale della nostra vita: sono gli interruttori dell’epigenetica, cioè di quella scienza che studia come le nostre scelte quotidiane possano accendere o spegnere i meccanismi ereditari.
Se in famiglia ci sono stati casi di diabete, ipertensione o malattie autoimmuni, questo non significa che lo stesso destino ci aspetti. Al contrario: significa che abbiamo la possibilità di giocare d’anticipo, monitorando la glicemia, scegliendo un’alimentazione anti-infiammatoria, praticando attività fisica costante e riducendo lo stress. In altre parole: possiamo usare la consapevolezza come strumento di prevenzione.
I geni non sono destino
La prevenzione attiva non è vivere nella paura, ma costruire giorno per giorno una routine che rinforza il corpo e la mente. Dormire regolarmente, muoversi almeno 30 minuti al giorno, mangiare cibi freschi e semplici, evitare tossine e fumo: sono tutti gesti che cambiano la traiettoria della nostra salute.
Molto spesso, ciò che ereditiamo non sono solo i geni, ma le abitudini familiari. Una cena tardiva troppo ricca, il poco movimento, lo stress trascurato: sono queste pratiche a diventare il vero terreno fertile per le malattie.
Metodo Melissa – Messaggio al lettore:
Conoscere la propria genetica non serve a spaventarsi, ma a responsabilizzarsi. Non possiamo scegliere i geni che ereditiamo, ma possiamo scegliere come vivere. Ed è questa la vera libertà: scrivere ogni giorno il futuro della nostra salute.
Rubrica settimanale “Equilibra – Benessere e Bellezza con Melissa Giordano”