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La fede che unisce una comunità, Salerno abbraccia San Matteo: pontificale, processione e spettacolo pirotecnico

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Foto generica
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Salerno ha celebrato ieri domenica 21 settembre San Matteo con un pontificale gremito e una processione trionfale tra fede, tradizione e folklore. Una giornata di unità, pace e devozione popolare. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Festa di San Matteo a Salerno: pontificale, processione e fede popolare

Ieri mattina, domenica 21 settembre, la cattedrale di Salerno ha accolto migliaia di fedeli per il solenne pontificale dedicato al patrono San Matteo. Già un’ora prima dell’inizio della celebrazione non c’era più posto a sedere e la processione d’ingresso è partita con qualche minuto di ritardo per la difficoltà della folla a sistemarsi. La sospensione delle messe parrocchiali ha spinto tutta la comunità a convergere nel Duomo, insieme a numerosi fedeli giunti dalla provincia per rendere omaggio al santo protettore dell’intera arcidiocesi.

A presiedere il rito è stato il cardinale Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, accolto dall’arcivescovo Andrea Bellandi, che ha sottolineato il forte legame tra la città e il suo patrono, presente anche sul gonfalone comunale. In chiesa erano presenti il sindaco Vincenzo Napoli, il prefetto Francesco Esposito e altre autorità civili e militari. Durante la celebrazione, il cardinale ha portato in dono la benedizione di papa Leone XIV con indulgenza plenaria per la diocesi, letta da monsignor Bellandi.

L’omelia del cardinale

Nella sua omelia, De Donatis ha richiamato la chiamata di Matteo, che bastò a un solo sguardo e a una parola – “Seguimi” – per abbandonare tutto e seguire Cristo. Ha spiegato come lo sguardo di Gesù, sempre in movimento, sia capace di trasformare anche chi è fermo nei propri interessi. «Solo quando ci spogliamo di noi stessi – ha detto – possiamo davvero risorgere e diventare una Chiesa credibile». Un cristiano autentico, ha aggiunto, non può accettare compromessi o un Vangelo “annacquato”, ma deve testimoniarlo nella sua purezza, donandosi completamente e consumandosi per amore.

L’appello per la pace

Il cardinale ha poi rivolto un appello universale alla pace: «Siamo tutti seduti alla stessa mensa, nessuno è più degli altri». Ha ricordato le popolazioni che soffrono per guerre e violenze, chiedendo per intercessione di San Matteo «il dono di una pace disarmata e disarmante». Prima del rito, nell’atrio del Duomo, i consiglieri del Psi avevano espresso solidarietà al popolo palestinese indossando magliette con la scritta «Beati gli operatori di pace… anche a Gaza».

La processione: fede e folklore

Nel pomeriggio, la città si è fermata per la lunga processione. Quando le statue dei santi hanno attraversato la soglia della cattedrale, la folla ha accolto San Matteo con cori da stadio. Il corteo, durato circa quattro ore, ha unito tradizione religiosa e partecipazione popolare, accompagnato da tamburi, fanfare e coriandoli. Il centro storico si è trasformato in un teatro a cielo aperto, tra balconi addobbati, fedeli in preghiera e turisti incuriositi. San Matteo ha attraversato via Mercanti, piazza Portanova e il corso, sostenuto dai portatori tra applausi e canti.

Il cuore della festa

Nelle strade più intime della città vecchia, lontano dai riflettori, si è vissuta la festa autentica dei salernitani doc. Striscioni, palloncini e fuochi hanno accompagnato l’ultima parte della processione fino al ritorno in cattedrale. Qui, dopo la mezzanotte, il silenzio è calato solo con la conclusione dei fuochi d’artificio che hanno illuminato il mare e il cielo di Salerno, suggellando una giornata di fede, appartenenza e comunità.

comune di salernosan matteo

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