Cronaca Salerno, Salerno

Sapri si mobilita, assemblea pubblica contro la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale Immacolata: “Siamo stati traditi”

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L'ospedale di Sapri
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Sapri si mobilita: è stata aperta una assemblea pubblica contro la chiusura del Punto Nascita. Riuniti nella giornata di ieri martedì 16 settembre sindaci, medici e cittadini del Basso Cilento annunciano azioni legali e possibile sciopero generale.

Sapri, assemblea pubblica contro la chiusura del Punto Nascita: “Non partiti, ma diritti del territorio”

«Non difendiamo casacche politiche, ma i diritti del nostro territorio». Con queste parole il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, ha aperto l’assemblea pubblica organizzata ieri martedì 16 settembre nell’aula consiliare per discutere della chiusura del Punto Nascita dell’ospedale Immacolata, ufficialmente non più operativo dal 1° settembre.

La vicenda, iniziata a marzo con la comunicazione del provvedimento, ha alimentato tensioni e preoccupazioni tra le famiglie del Basso Cilento, che ora vivono nell’incertezza su dove partorire. «È una vergogna che non possiamo accettare – ha dichiarato Luciano De Geronimo, presidente del comitato di lotta –. Difenderemo fino in fondo il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione».

Durante l’incontro, amministratori locali, comitati e cittadini hanno tracciato una linea comune basata su due azioni: l’impugnazione della delibera regionale da parte dei sindaci del Distretto Sanitario 71, con richiesta di sospensione, e l’indizione di uno sciopero generale qualora le richieste venissero ignorate.

La partecipazione all’assemblea

All’assemblea hanno partecipato il consigliere provinciale Pasquale Sorrentino, l’avvocato Franco Maldonato, il dirigente scolastico Corrado Limongi, il sindacalista Domenico Vrenna (FP CGIL), l’assessore alla salute del Comune di Sapri Gerardina Madonna, e i medici Marco Martorano (Gastroenterologia) e Bruno Torsiello (Ostetricia e Ginecologia).

«Siamo stati traditi da Ministero, Regione e ASL – ha denunciato Torsiello –. Ora serve una decisione ferma». Martorano ha aggiunto che «la soglia dei 500 parti annui non è rispettata neanche a Polla e Vallo della Lucania: la chiusura di Sapri è frutto di una debole rappresentanza politica». A concludere i lavori, l’avvocato Maldonato ha invitato i Comuni del Distretto 71 a procedere autonomamente con un ricorso, avvertendo che sarebbe un grave errore affidarsi solo all’esito del piano di rientro sanitario regionale.

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