Corso Vittorio Emanuele, storica arteria dello shopping e punto di riferimento per famiglie e turisti, è al centro di un’emergenza sicurezza che desta crescente preoccupazione. La via delle passeggiate tranquille, da settimane, è diventata teatro di ripetuti episodi di taccheggio e furti, in particolare ai danni dei negozi di abbigliamento, con conseguenze pesanti per le attività commerciali.
Furti seriali su Corso Vittorio Emanuele
Secondo le testimonianze raccolte, non si tratta di azioni isolate. Gli esercenti parlano di gruppi composti da due o tre persone che agirebbero con modalità ben collaudate. Gli autori dei furti entrerebbero nei negozi con l’unico scopo di sottrarre capi di abbigliamento e accessori, occultandoli negli zaini o sotto i vestiti. A preoccupare ulteriormente è il fatto che, in diversi casi, i responsabili si sarebbero mostrati del tutto indifferenti ai sistemi antitaccheggio: portano via la merce con le placche ancora attaccate e senza fermarsi neppure davanti al suono degli allarmi.
Alcuni dipendenti hanno riferito episodi di minacce, con il rischio di mettere a repentaglio la propria incolumità nel tentativo di fermare i malviventi. «Agiscono con una sicurezza impressionante – racconta una commessa – come se non temessero alcuna conseguenza».
Le forze dell’ordine, chiamate ripetutamente in causa, intervengono ogni volta che vengono allertate. Tuttavia la rapidità delle azioni criminali rende complicato cogliere i responsabili sul fatto. «Tra la chiamata e l’arrivo della pattuglia passano minuti preziosi – spiegano alcuni commercianti – e in quel tempo i ladri hanno già fatto perdere le proprie tracce».
Gli operatori economici chiedono misure urgenti: maggiore presenza di pattuglie lungo il Corso, controlli mirati e un coordinamento più stretto con le istituzioni locali per garantire un contesto sicuro a clienti e lavoratori. «Serve un piano immediato – affermano – perché la situazione peggiora di giorno in giorno e molte attività rischiano la chiusura».
L’appello dei commercianti trova eco tra cittadini e residenti, che si rivolgono a Comune, Prefettura e Questura: «Il Corso non può trasformarsi in una zona franca. È il cuore della città e deve essere tutelato».