Pagani ricorda Antonio Esposito Ferraioli, il cuoco-sindacalista ucciso dalla camorra nel 1978: cerimonia, messa e testimonianze sul suo impegno per legalità e diritti. Lo riporta Il Mattino.
Pagani, tributo ad Antonio Esposito Ferraioli: il sindacalista ucciso dalla camorra
Un mazzo di fiori deposto in via Zito e, subito dopo, una messa nella chiesetta di Montevergine. Così la città ha ricordato Antonio “Tonino” Esposito Ferraioli, il sindacalista e cuoco paganese assassinato dalla camorra il 30 agosto 1978, a soli 27 anni. Alla commemorazione hanno preso parte l’associazione Libera, rappresentanti delle istituzioni e tanti cittadini. Il sindaco Raffaele De Prisco ha parlato di un «anno speciale per incidere ancora di più la memoria del suo operato, in nome della legalità e della giustizia».
Il ricordo del mondo della scuola
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha sottolineato come la storia di Ferraioli non sia solo una vicenda di cronaca: «Il suo impegno è un monito civile. La difesa della legalità e dei diritti può costare la vita, ma lascia un’eredità di coraggio». Tonino lavorava come cuoco nella mensa di uno stabilimento cittadino e, da delegato sindacale, si batté per i diritti dei lavoratori. Segnalò irregolarità e denunciò l’uso di carne di dubbia provenienza destinata agli operai e ai loro figli, opponendosi agli interessi criminali.
L’agguato e il lungo percorso di giustizia
La notte del 30 agosto 1978, mentre rientrava dalla casa della fidanzata Angela, con cui stava per sposarsi, Ferraioli fu affiancato da un’auto con i fari spenti. Due colpi di lupara lo raggiunsero alle spalle: morì poco dopo all’ospedale di Nocera Inferiore. Il processo fu lungo e complesso. Inizialmente i sospettati furono prosciolti per mancanza di prove, ma nel 2001 nuove testimonianze riaprirono il caso. Solo anni dopo la Corte di Appello di Salerno riconobbe Tonino come vittima innocente della criminalità organizzata.
Un’eredità di coraggio
Oggi il suo nome resta simbolo di resistenza civile. «Tonino non si piegò alla logica del silenzio – hanno ribadito dal Coordinamento Docenti – la sua vita ci ricorda che la legalità si costruisce ogni giorno, con piccoli gesti. La memoria è responsabilità civile».