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Amalfi, il limone sfusato vale il 5% della produzione italiana: turismo e lavoro in crescita

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I limoni di Amalfi
I limoni di Amalfi

In Costiera Amalfitana e più precisamente ad Amalfi sono raccolti oltre 1.800 tonnellate di limoni IGP, il 5% della produzione nazionale. Cresce l’occupazione e il turismo esperienziale rilancia il settore. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Amalfi, boom dei limoni: il 5% della produzione nazionale e occupazione in crescita

Ogni limoneto della Costiera Amalfitana racchiude una storia familiare. I percorsi che li attraversano – una rete di scalinate e sentieri tra i terrazzamenti – sono oggi mete molto frequentate da un turismo consapevole, che cerca esperienze autentiche lontano dal sovraffollamento dei centri storici. È grazie a questo fenomeno che le aziende agricole familiari vedono crescere i propri introiti, trasformando i giardini pensili non solo in presidio contro il dissesto idrogeologico, ma anche in risorsa economica.

I numeri della produzione

Secondo i dati Ismea, la produzione del limone Costa d’Amalfi IGP ha raggiunto quota 1.809 tonnellate, pari al 5% del totale nazionale degli agrumi certificati. Commercializzati freschi da febbraio a ottobre, i limoni della Divina Costiera hanno generato un fatturato di 3,3 milioni di euro. La raccolta più tardiva rispetto ad altre zone d’Italia consente prezzi mediamente più alti, ma non sufficienti a garantire compensi adeguati ai coltivatori, che vendono il prodotto tra 0,50 e 1,50 euro al chilo. Nonostante le difficoltà, i dati sull’occupazione restano positivi: nel comune di Amalfi l’impiego agricolo è cresciuto del 2,2% rispetto al 2001. Attualmente si contano 4-5 aziende familiari attive e circa un centinaio di persone che coltivano limoneti come attività integrativa.

Turismo esperienziale e sostenibilità

Il turismo sostenibile si è rivelato decisivo per la rinascita del settore. I visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, percorrono sentieri che uniscono borghi come Amalfi, Minori, Positano, Scala e Tramonti, scoprendo scorci unici tra mare e montagna. I percorsi più amati sono il “Sentiero dei Limoni”, tra Maiori e Minori, e i cammini che collegano Pontone alla Valle dei Mulini, fino ad Agerola.

Non è raro incontrare gruppi di escursionisti che, con bastoni da trekking, risalgono le antiche scalinate un tempo percorse dalle “formichelle”, le donne che trasportavano a spalla le sporte di limoni già nel Seicento. Un patrimonio agricolo e culturale che famiglie come gli Aceto hanno contribuito a valorizzare con visite guidate nei loro giardini.

Le nuove sfide

Oggi la sfida principale è incrementare i redditi degli agricoltori, integrando coltivazione e turismo in chiave esperienziale e sostenibile. A questo si aggiunge la necessità di unire le forze tra produttori per ridurre i costi, promuovere corsi di formazione per i giovani e rafforzare la conoscenza tecnica del territorio. Tra le proposte emerse anche un embargo delle produzioni non locali, così da tutelare i limoni autentici della Costiera ed evitare contraffazioni che danneggerebbero l’intera filiera.

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