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Salerno, stabilimenti balneari in crisi: presenze giù del 20% a luglio. Il Sib: “Servono misure urgenti”

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Foto di archivio

Nonostante il forte afflusso di turisti italiani e stranieri registrato in città e in parte della provincia, il comparto balneare salernitano vive una fase di marcata difficoltà. A lanciare l’allarme è il Sindacato Italiano Balneari, che attraverso il presidente provinciale Alfonso Amoroso segnala un luglio da “maglia nera” e invoca interventi immediati per invertire la rotta come riportato dal quotidiano Il Mattino  oggi in edicola.

Salerno, stabilimenti balneari in crisi: presenze giù del 20%

Secondo i dati raccolti tra gli operatori aderenti, il mese ha fatto registrare un calo medio delle presenze del 20%, con punte fino al 35% in alcune località, rispetto allo stesso periodo del 2024. In determinati Comuni si è arrivati a una flessione del 40% nei giorni feriali e del 25% nei fine settimana. Dopo un giugno in crescita del 10% grazie al meteo favorevole e alla presenza di visitatori stranieri, luglio ha segnato un’inversione improvvisa.

Tra le cause, Amoroso indica la scarsa promozione del territorio e l’effetto dell’inflazione, che ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie italiane. Molti turisti che soggiornano a Salerno scelgono mete note come la Costiera Amalfitana o Pompei, senza usufruire dei servizi degli stabilimenti locali. Parallelamente, numerosi clienti hanno optato per viaggi all’estero in località come Grecia, Albania, Marocco o Egitto, con pacchetti all inclusive competitivi, rinunciando ai tradizionali 15-20 giorni al mare in Italia.

Sul fronte dei prezzi, il presidente del Sib respinge l’idea di rincari generalizzati: «Invitiamo i nostri associati a calmierare le tariffe, consapevoli delle difficoltà economiche delle famiglie». Le cifre variano in base alle aree: a Pontecagnano due lettini e un ombrellone costano tra i 15 e i 30 euro, a Salerno città 35-40 euro, in Costiera Amalfitana 55-60 euro di media con punte oltre i 100, nel Cilento 30-40 euro.

Secondo i dati Istat citati dall’Unione Nazionale Consumatori, il 32,3% delle famiglie italiane non può permettersi una settimana di ferie, mentre a luglio i costi di lidi e piscine sono aumentati del 3,7%, i pacchetti vacanza del 15,7% e i villaggi del 16,1%. Il Codacons sottolinea che, in alcuni casi, i prezzi post-Covid sono raddoppiati o triplicati, accusa che il Sib respinge come generalizzazione.

Il settore guarda ora alla settimana di Ferragosto e ai fine settimana estivi come possibili salvagenti, con la domenica che resta il giorno di maggiore affluenza. Per Amoroso, il mare deve rimanere accessibile a tutti e le spiagge libere, come avviene a Salerno, devono essere pulite e fruibili, mentre in altri Comuni il litorale resta trascurato.

 

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