La Fondazione Angelo Vassallo attacca il Partito Democratico per l’assenza nei processi “Strade Fantasma” e “Due Torri Bis”: “Chi ha taciuto dovrà rispondere: la verità su Angelo non si ferma più”. Lo riporta SalernoToday.
Processi “Strade Fantasma”: la Fondazione Vassallo accusa il PD
“Il sequestro da 2,7 milioni a un ex funzionario della Provincia di Salerno è solo l’inizio. Dimostra che avevamo ragione: Angelo Vassallo non è stato ucciso per caso, ma perché aveva osato denunciare un sistema di potere corrotto. Un sistema che oggi comincia a sgretolarsi”. A dirlo sono Dario e Massimo Vassallo, presidente e vicepresidente della Fondazione Angelo Vassallo, che intervengono con parole durissime sulla recente inchiesta collegata ai processi “Strade Fantasma” e “Due Torri Bis”.
L’attacco al silenzio delle istituzioni
Nel mirino della Fondazione c’è il Partito Democratico, lo stesso partito al quale Angelo Vassallo era iscritto: “Mentre noi depositavamo atti in Procura e ci costituivamo parte civile nei processi, le istituzioni hanno preferito tacere. Nessun esponente del PD – né a livello nazionale, né locale – ha ritenuto di dover fare lo stesso. Non lo ha fatto nemmeno il Comune di Pollica, né il sindaco Stefano Pisani. Si sono voltati dall’altra parte, come se la vicenda non li riguardasse.”
Dario e Massimo Vassallo ricordano che tra gli imputati vi erano nomi noti: l’ex presidente della Provincia Angelo Villani, l’allora assessore ai lavori pubblici Franco Alfieri e l’imprenditore Giovanni Citarella. “Erano lì, ma nessuno ha avuto il coraggio di esporsi. Nessuno, tranne noi, si è seduto dalla parte della giustizia. Dov’era il partito di nostro fratello? Avevate paura di disturbare qualcuno? Eppure Angelo era uno di voi. Lo hanno trovato con la tessera del PD nel portafoglio. La vostra assenza in aula pesa come i colpi che l’hanno ucciso.”
“Pagheranno tutto e tutti”
La Fondazione ribadisce il proprio impegno: “Siamo stati forse l’unico ente pubblico a costituirsi parte civile. L’abbiamo fatto per rispetto di Angelo, di nostra madre, e della promessa che abbiamo fatto: non fermarci fino a quando non sarà fatta giustizia. Questa inchiesta non è la conclusione. È solo l’inizio di una verità che ha atteso troppo a lungo. A novembre si vota. Ognuno dovrà rispondere alla propria coscienza. La memoria non si cancella. La verità non si compra. E Angelo non è morto invano.”