In provincia di Salerno, prenotare un esame diagnostico attraverso il Servizio sanitario nazionale è diventata, per molti cittadini, una sfida quotidiana fatta di ostacoli, lunghe attese e crescente sfiducia. I tempi per accedere a una Tac, a ecografie o persino a semplici analisi del sangue possono superare i dodici mesi, mentre le stesse prestazioni risultano disponibili nel giro di pochi giorni nel settore privato, spesso erogate dagli stessi medici che lavorano nel pubblico.
Caos liste d’attesa a Salerno, ira di Polichetti
Una situazione che solleva gravi interrogativi etici e organizzativi e che viene denunciata con forza da Mario Polichetti, responsabile del Dipartimento nazionale Sanità dell’Udc. «Non si tratta più solo di un disservizio – afferma – ma di un vero e proprio conflitto di interesse istituzionalizzato. È inaccettabile che un medico non abbia disponibilità per mesi nella struttura pubblica in cui lavora, ma sia immediatamente reperibile in regime privato. Questo crea una concorrenza sleale e mina l’equità del sistema sanitario».
Secondo Polichetti, la distorsione tra pubblico e privato sta diventando un paradosso che penalizza soprattutto le fasce più fragili della popolazione. «Chi non ha risorse economiche adeguate si trova a scegliere tra aspettare mesi – a volte anni – per un esame o pagare cifre importanti per ottenerlo in tempi brevi. È un sistema che discrimina i cittadini meno abbienti e mette a rischio la tenuta della sanità pubblica».
Le segnalazioni raccolte nel Salernitano parlano chiaro: per una risonanza o una visita specialistica tramite Cup, in alcuni casi si parla di date disponibili non prima del 2026. Intanto, nel privato accreditato o completamente privato, le agende sono aperte e i tempi d’attesa ridotti a pochi giorni.
«Serve un intervento normativo urgente – insiste Polichetti – per garantire trasparenza e regolamentare l’attività dei professionisti che operano contemporaneamente nel pubblico e nel privato. Non è più sufficiente indignarsi: bisogna agire per impedire che le inefficienze del sistema vengano sfruttate da chi dovrebbe, invece, tutelare l’interesse collettivo».
Il tema è destinato a restare al centro del dibattito, mentre cresce il malcontento tra i cittadini. «Chi ha responsabilità politiche e gestionali – conclude Polichetti – deve decidere se difendere una sanità pubblica, accessibile e universale, oppure accettare una deriva in cui la salute è un privilegio e non più un diritto».