Un raggio di sole ha squarciato le ombre della reclusione, regalando a diciotto detenuti dell’articolazione psichiatrica del carcere di Secondigliano una giornata di straordinaria normalità. Lontano dalle mura del carcere, la Costiera Amalfitana ha offerto ai detenuti un assaggio di libertà e spensieratezza, elementi che troppo spesso vengono loro negati. Questo gesto simbolico, che ha toccato il cuore di chi vi ha partecipato, rappresenta un passo importante nel cammino verso la reintegrazione sociale.
Un incontro di solidarietà e inclusione
Questa giornata speciale è stata resa possibile grazie al coordinamento instancabile del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Campania, Samuele Ciambriello. Insieme a lui, ha lavorato una squadra dedicata composta da operatori penitenziari, i volontari dell’Associazione “La Mansarda”, educatori e personale infermieristico. L’evento si inserisce in un progetto di reintegrazione che mira a tessere una trama di supporto e inclusione sociale, dove il contatto umano diventa uno strumento fondamentale per restituire speranza.
Una giornata tra mare e solidarietà
I detenuti sono stati accompagnati in un’escursione a Maiori, dove hanno potuto godere del mare della Costiera. La giornata è proseguita con un pranzo conviviale sotto il sole, durante il quale sono stati serviti piatti tipici locali come scialatielli alla siciliana e frittura di pesce. A celebrare il momento speciale, è stata anche una torta per festeggiare il compleanno di Gennaro, uno dei partecipanti. La giornata ha rappresentato un piccolo gesto di gioia, ma dal significato profondo.
Testimonianze ed emozioni
Le testimonianze dei detenuti hanno toccato corde profonde. Latif, al suo primo permesso dopo dieci anni di detenzione, ha dichiarato: “È come respirare di nuovo. Non è solo libertà fisica, ma mentale e umana”. Salvatore ha invece ricordato la sua ultima vista sul mare, avvenuta otto anni fa: “La sensazione è stata bellissima”. Questi momenti di libertà, seppur brevi, hanno rappresentato un’occasione unica di riscatto per chi ha vissuto lunghi anni di reclusione.
Supporto medico e la cura delle relazioni umane
La giornata è stata accompagnata dalla presenza della direttrice sanitaria Maura Perrotta, dell’educatore Gaetano Giannini e di due infermieri, che hanno garantito il supporto necessario per la sicurezza sanitaria dei partecipanti. Questo aspetto sanitario ha garantito che l’iniziativa si svolgesse in un contesto di sicurezza, dando tranquillità a tutti i partecipanti.
Il ruolo del garante e la speranza di un riscatto
Samuele Ciambriello ha concluso la giornata con parole che vanno al cuore del significato dell’iniziativa: “Ai detenuti non va tolta l’aria, ma va regalata una possibilità. Dobbiamo coniugare dignità, inclusione sociale, relazioni umane e affettive, spensieratezza. E, soprattutto, restituire loro la speranza di un reinserimento sociale”. La società spesso ignora il tema del carcere, ma sono momenti come questi che fanno la differenza nel percorso verso il riscatto.