Un uomo di 36 anni finisce a processo per incendio doloso e interruzione di pubblico servizio dopo il rogo fatto divampare nella sede della Croce Rossa di Cava de’ Tirreni. Lo riporta Il Mattino.
Cava de’ Tirreni, incendio nella sede della Croce Rossa: il processo
Sarà processato il prossimo 17 settembre, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Nocera Inferiore, il 36enne accusato di aver appiccato il fuoco alla sede della Croce Rossa Italiana di Cava de’ Tirreni. L’uomo, originario della zona, è chiamato a rispondere di incendio doloso aggravato e interruzione di pubblico servizio, secondo quanto stabilito dal decreto di citazione diretta a giudizio emesso dalla Procura.
I fatti risalgono alla notte tra il 5 e il 6 gennaio 2025, quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo avrebbe forzato la recinzione metallica della sede della Cri per poi appiccare l’incendio. Le fiamme causarono danni superiori ai 75mila euro, colpendo soprattutto il materiale sanitario e le attrezzature all’interno dei locali.
Cosa è accaduto quel giorno
Nonostante l’assenza di personale nella sede – gli operatori erano infatti impegnati nell’ambito della manifestazione cittadina della “Notte Bianca” – l’episodio ha avuto pesanti ricadute sul servizio, provocandone l’interruzione temporanea, seppure la Cri riuscì a garantire comunque assistenza ai cittadini.
Le fiamme, secondo le indagini condotte dai Carabinieri della tenenza locale, si sarebbero originate nella parte posteriore dell’edificio, propagandosi rapidamente all’interno. Solo l’intervento tempestivo dei militari e dei Vigili del Fuoco ha impedito che l’incendio si estendesse ai mezzi di soccorso presenti nel piazzale. Il fumo intenso ha inoltre fatto scattare l’allarme di un istituto scolastico adiacente, mobilitando ulteriori forze dell’ordine e tecnici per le verifiche di sicurezza. Restano ancora ignote le motivazioni alla base del gesto, un punto che potrà essere chiarito nel corso del processo.