Cronaca Salerno, Salerno

Emergenza caldo, picchi di accessi al pronto soccorso

Ruggi Salerno morto attesa pronto soccorso
Foto di repertorio
Ruggi Salerno morto attesa pronto soccorso

Con il sopraggiungere della stagione estiva e il conseguente innalzamento delle temperature, le strutture sanitarie si trovano a fronteggiare una criticità ormai ciclica e ben nota: il progressivo aumento degli accessi ai pronto soccorso in concomitanza con i picchi termici come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

L’analisi dei trend degli ultimi anni evidenzia un chiaro legame tra l’aumento della temperatura e il numero di richieste di assistenza sanitaria, in particolare da parte delle fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani e i pazienti affetti da patologie croniche.

Caldo, picchi di accessi al pronto soccorso

Nel periodo compreso tra il 19 e il 26 giugno, è stato segnalato un incremento degli accessi ospedalieri del 10%, con un picco registrato nel fine settimana, durante il quale numerosi soggetti anziani si sono rivolti ai presidi sanitari della provincia di Salerno per complicazioni legate al caldo, spesso con sintomatologie a carico dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso. Già nell’estate del 2023, un’ondata di calore verificatasi tra il 10 e il 25 luglio aveva determinato un incremento medio del 30% degli accessi, costringendo molte unità ospedaliere ad attivare posti letto supplementari per gestire la pressione assistenziale. Un andamento simile si era registrato anche l’estate precedente, con un aumento medio del 20% tra le categorie più esposte.

Le alte temperature non si limitano a causare stanchezza o malesseri passeggeri: possono infatti compromettere l’equilibrio clinico di chi è affetto da malattie pregresse. I disturbi più comuni includono disidratazione, peggioramento di patologie cardiache e renali, colpi di calore, fino ad arrivare a eventi gravi come arresti cardiaci o sintomi neurologici acuti. Una ricerca condotta in Campania, riferita al periodo 2016-2019, ha evidenziato un’impennata degli accessi ospedalieri già al superamento dei 39 gradi percepiti, con un’escalation ulteriore oltre i 43-44 gradi. Il rischio cresce proporzionalmente alla durata delle condizioni climatiche estreme.

Per contenere i danni legati al caldo, le raccomandazioni principali restano valide: evitare l’esposizione al sole tra le 11 e le 18, idratarsi regolarmente anche in assenza dello stimolo della sete, e privilegiare ambienti climatizzati. È fondamentale bere almeno due litri d’acqua al giorno, evitando bevande alcoliche o zuccherate, e fare ricorso a spazi pubblici climatizzati per almeno un paio d’ore quotidiane, come biblioteche, musei o centri commerciali. In ambito domestico, si suggerisce di mantenere l’ambiente il più fresco possibile chiudendo tende e finestre durante il giorno e arieggiando la sera.

Anche la scelta degli indumenti ha la sua importanza: sono da preferire tessuti leggeri e colori chiari. L’alimentazione deve essere leggera e ricca di frutta e verdura, per garantire un adeguato apporto di liquidi e sali minerali. Chi assume farmaci – in particolare diuretici, beta-bloccanti o psicotropi – dovrebbe consultare il proprio medico per valutare eventuali aggiustamenti terapeutici.

La rete di controllo

In presenza di soggetti a rischio – come anziani soli, malati cronici o persone con mobilità ridotta – è consigliabile attivare una rete di contatto quotidiano per verificarne le condizioni. Le reti sociali e familiari, ma anche le strutture territoriali, possono giocare un ruolo essenziale nella prevenzione di eventi critici. È importante ricordare di non lasciare mai persone o animali chiusi all’interno di veicoli, nemmeno per brevi periodi.

Alcuni sintomi devono essere considerati campanelli d’allarme: pelle calda e secca, febbre elevata, senso di disorientamento, crampi, vertigini o perdita di coscienza richiedono un intervento immediato per abbassare la temperatura corporea e, se i disturbi persistono, è necessario contattare i servizi di emergenza o recarsi presso un presidio ospedaliero.

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