Sconto di pena in vista per l’avvocato penalista Gerardo Cembalo, per la moglie Maria Chirico e per l’assistente di studio Nadia Outalbi, coinvolti nell’inchiesta denominata “Click Day” che ha smascherato – secondo l’ipotesi accusatoria – un’organizzazione criminale dedita all’ingresso e alla permanenza illegale di cittadini extracomunitari in Italia. La terza sezione penale del tribunale ha accolto la richiesta di rito abbreviato condizionato, proposta dalla difesa e inizialmente respinta dal gup, che aveva optato per il rinvio a giudizio dei tre principali imputati come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Inchiesta “Click Day”: abbreviato condizionato per Cembalo
I fatti risalgono al luglio 2023, quando il gip dispose per i tre un decreto di fermo con l’accusa di essere coinvolti in una rete ben strutturata, capace di sfruttare le procedure legate al decreto flussi del 2023 e del 2024 per introdurre illegalmente sul territorio nazionale almeno 144 cittadini stranieri. Le istanze per i permessi di soggiorno sarebbero state presentate presso gli sportelli unici per l’immigrazione delle prefetture di Napoli e Salerno. L’udienza per l’esame dei testimoni, cui è subordinata l’ammissione del rito alternativo, è prevista per il prossimo autunno.
Secondo la Procura, Cembalo avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione della presunta “cellula del malaffare”. Il legale salernitano, oltre allo studio professionale in Italia, risultava titolare di un ulteriore studio legale a Casablanca e co-proprietario, insieme alla moglie, di una società immobiliare e di un gruppo immobiliare attivo in Marocco. Tali attività avrebbero costituito la base logistica e relazionale per instaurare contatti con referenti stranieri e gestire l’afflusso di immigrati verso l’Italia attraverso la presentazione di pratiche fittizie.
Il tariffario, secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, prevedeva il pagamento di circa mille euro per ciascuna domanda presentata durante i “click day”, duemila euro per ogni nulla osta ottenuto, e ulteriori duemila euro in caso di rilascio di contratti di lavoro simulati.
Le prime condanne
La decisione sulla richiesta di rito abbreviato arriva all’indomani della prima sentenza di condanna nell’ambito della stessa inchiesta. Il tribunale ha condannato Raffaele Nappi, imprenditore angrese e presidente del CdA della società “Gli Antichi Sapori”, considerato uno dei principali promotori dell’organizzazione, a tre anni e quattro mesi di reclusione. Il figlio, Armando Nappi, legale rappresentante della cooperativa agricola “Arfedi” con sede a Capaccio, è stato condannato a un anno e dieci mesi. Due anni e otto mesi, invece, la pena inflitta a Mohamed Bilger, uno dei mediatori che avrebbe fatto da tramite tra i cittadini stranieri e l’organizzazione.
La cooperativa agricola “Arfedi” risulta aver assunto, tra il 2022 e il 2024, circa 300 lavoratori mediante la presentazione di documentazione falsificata, in particolare in merito al volume d’affari e alla capacità occupazionale dell’azienda. Secondo le accuse, gli imprenditori coinvolti avrebbero finto di essere datori di lavoro per facilitare l’ottenimento dei permessi di soggiorno, percependo un compenso illecito compreso tra i mille e i cinquemila euro per ciascun migrante.