Virgilio D’Antonio, unico candidato rimasto, sarà il nuovo rettore alla guida dell’Università di Salerno dal 2025 al 2031. Campagna elettorale intensa, ritiri a sorpresa e una visione condivisa per una governance rinnovata. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Virgilio D’Antonio sarà il nuovo rettore dell’Università di Salerno
Con il ritiro degli altri candidati, Virgilio D’Antonio si avvia a diventare il prossimo rettore dell’Università degli Studi di Salerno. Il secondo turno elettorale, previsto per il 2 e 3 luglio, avrà un unico nome sulla scheda. Si chiude così una delle campagne più vivaci e complesse della storia recente dell’ateneo, animata da forti tensioni, mutamenti repentini e contrapposizioni nette, soprattutto da parte dei promotori del Manifesto programmatico per il cambiamento.
A scompaginare lo scenario, è stato prima il ritiro inatteso di Carmine Vecchione e poi quello di Alessandra Petrone, che ha persino invitato i suoi sostenitori a convergere sul nome di D’Antonio. Quest’ultimo ha però subito chiarito le distanze: «Non ho avuto alcun contatto con Petrone né prima né dopo la sua dichiarazione. La nostra proposta è profondamente diversa dalla sua visione di continuità con il passato. La mia candidatura si fonda su principi di trasparenza e correttezza che escludono accordi non coerenti con il nostro progetto». Vecchione ha motivato il proprio passo indietro come parte di un percorso di coesione: «Non si è trattato di uno scontro, ma di un confronto. L’Università ha bisogno di unità, non di conflitti».
Verso il voto: una svolta sostenuta dalla comunità accademica
Nonostante l’esito ormai scontato, il turno elettorale di luglio avrà comunque luogo. Intellettuali e docenti hanno sottolineato l’importanza della partecipazione e del segnale lanciato al primo turno, in cui la maggioranza si era espressa per un cambiamento. Tra le voci più autorevoli, quella del professor Raimondo Pasquino: «Il voto ha ridato orgoglio alla nostra comunità. D’Antonio ha mostrato capacità di ascolto e autonomia, elementi essenziali per una leadership non subordinata a logiche di potere». Per Giso Amendola, «la spinta dal basso ha imposto una governance più collegiale».
Un progetto di trasformazione: inclusività, innovazione e pluralismo
Professore ordinario di Diritto Privato Comparato e già direttore di Dipartimento, D’Antonio sarà il più giovane rettore della storia di Unisa, con i suoi 45 anni. Lo affiancheranno Paola Adinolfi e Pietro Campiglia, con cui ha condiviso l’elaborazione di un progetto di cambiamento profondo. «Non mi aspettavo questa evoluzione in così poco tempo», ha dichiarato. «Ma è evidente il desiderio diffuso di una svolta da parte di tutte le componenti accademiche». A sottolineare l’unità ritrovata, anche l’adesione tardiva ma significativa di Vecchione: «Il nostro Manifesto è la base per un nuovo modello di ateneo, che superi le logiche del passato».
Una nuova visione per Unisa: dialogo, trasparenza e partecipazione
L’obiettivo dichiarato è costruire un’università aperta, policentrica, inclusiva e capace di rappresentare tutte le voci della comunità. «Serve uno spazio democratico dove le istanze trovino ascolto», afferma D’Antonio. Il nuovo corso punta a valorizzare il merito e la partecipazione, superando personalismi e pratiche verticistiche. «Vogliamo un’università moderna, dove cultura e confronto si intreccino in un ambiente stimolante e dinamico, aperto all’Italia e al mondo», conclude. «Unisa deve essere motore di libertà, uguaglianza e sviluppo, come chiede la nostra Costituzione».