Il Comune di Pagani è ufficialmente sotto indagine per possibili infiltrazioni mafiose. A deciderlo è stato il Prefetto di Salerno, Francesco Esposito, che ha disposto l’invio di una Commissione d’accesso per accertare eventuali condizionamenti da parte della criminalità organizzata nell’amministrazione dell’ente locale. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.
Il Comune di Pagani sotto osservazione per possibili infiltrazioni mafiose
Il team sarà composto da tre figure di alto profilo: la viceprefetto Anna De Luca, il capitano dei carabinieri Giovanni Cappa e il funzionario del Ministero dell’Interno Sergio Rivetti. I lavori della commissione inizieranno ufficialmente lunedì, con un primo mandato di tre mesi, prorogabile una sola volta per un ulteriore trimestre.
L’intervento della Prefettura si inserisce nel solco tracciato dall’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali, che prevede la possibilità di scioglimento di un’amministrazione comunale in caso di comprovati legami con la criminalità organizzata. Il tutto nasce dalla vasta indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che ha messo a fuoco le attività del clan Fezza-De Vivo e le sue presunte influenze all’interno del tessuto amministrativo locale.
Il ruolo della cooperativa Pedema e le condanne eccellenti
Tra i principali elementi al centro dell’inchiesta, la figura della cooperativa Pedema, ritenuta un braccio operativo del clan nel settore dei servizi pubblici. La cooperativa sarebbe stata il canale attraverso il quale si sarebbero infiltrati nei servizi di sanificazione anti-Covid, ottenendo appalti direttamente dal Comune di Pagani.
Decisiva è stata la condanna in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa inflitta a Alfonso Marrazzo, ex assessore e consigliere comunale, considerato il tramite tra l’organizzazione criminale e l’ente pubblico.
Il pentito e la nuova inchiesta
Ulteriori dettagli sono emersi dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Rosario Giugliano, ex killer della Nuova Famiglia, che ha confermato le pressioni esercitate dal clan anche con metodi violenti, tra cui l’aggressione a un imprenditore concorrente.
Nel 2024, un’altra indagine della DDA ha portato a un nuovo blitz, facendo luce su ulteriori irregolarità nella gestione dei servizi comunali tra il 2021 e il 2022. L’inchiesta, chiusa di recente, conta 16 indagati. Tra questi c’è il sindaco Raffaele Maria De Prisco e l’assessore Pietro Sessa.