Una visita medica fissata con oltre 400 giorni di attesa. È quanto accaduto a un’anziana di 83 anni residente nel Salernitano, affetta da osteoporosi, alla quale il medico curante aveva prescritto una visita specialistica come riportato dal quotidiano La Città oggi in edicola.
La paziente si è recata presso lo sportello ticket dell’ospedale di Eboli per effettuare la prenotazione, ma la risposta ricevuta ha lasciato increduli familiari e conoscenti: l’appuntamento è stato fissato per l’estate del 2026, esattamente 421 giorni dopo la data della richiesta.
Visita medica tra 421 giorni per una anziana di Eboli
A complicare la situazione, l’età avanzata della donna e un udito non più pienamente efficiente. La paziente, ignara della distanza temporale dell’appuntamento, ha proceduto comunque al pagamento del ticket, versando la somma di 35 euro. Solo una volta rientrata a casa, leggendo attentamente la ricevuta, ha realizzato che la visita si terrà tra più di un anno.
Il caso ha riacceso l’attenzione sull’annosa questione delle liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche. Episodi come questo, sempre più frequenti, evidenziano le difficoltà che molti cittadini, in particolare gli anziani, incontrano nell’accesso ai servizi di diagnosi e cura, anche per patologie croniche o degenerative che richiederebbero una presa in carico tempestiva.
Nel caso specifico, la paziente soffre di osteoporosi, una condizione che può provocare fragilità ossea e aumentare il rischio di fratture. Ritardare i controlli significa compromettere l’efficacia delle terapie e l’adozione di misure preventive adeguate. L’attesa di oltre un anno rischia di aggravare un quadro clinico già delicato.
La vicenda è stata segnalata ai referenti locali della sanità pubblica e alle associazioni di tutela dei diritti dei pazienti, che da tempo chiedono un intervento strutturale per ridurre i tempi di attesa nelle strutture sanitarie pubbliche. In molti casi, infatti, i cittadini si vedono costretti a ricorrere alla sanità privata, sostenendo spese spesso insostenibili, pur di ricevere assistenza in tempi compatibili con le esigenze di salute.
