Andrea De Simone (Salernitana Club Parlamento) denuncia la gestione FIGC sul caso playout Salernitana-Sampdoria: “Gravina ha offeso la città intera, giustizia ora al TAR. Ferita la nostra identità collettiva”.
Caso Salernitana, l’affondo di De Simone: “Giustizia dal TAR”
“Un’offesa a una città civile. Un insulto alla passione. Un affronto alla giustizia sportiva.” Con queste parole, l’onorevole Andrea De Simone, membro del Salernitana Club Parlamento, rompe il silenzio sulla controversa gestione dei playout che ha coinvolto la Salernitana, attaccando duramente la FIGC e in particolare il suo presidente Gabriele Gravina. Nel mirino di De Simone, le dichiarazioni rilasciate da Gravina a Il Mattino, che parlavano di “rammarico” e “amarezza” per l’epilogo del campionato cadetto: «Ci si chiede forse di avere empatia per chi ha imposto uno scempio sportivo?», domanda sarcasticamente l’onorevole.
Tempistiche che “gridano vendetta”
Secondo De Simone, l’intera vicenda si è svolta “con tempistiche e modalità che gridano vendetta”. La sanzione al Brescia, squadra al centro della vicenda che ha ridisegnato la griglia playout, sarebbe stata nota già da febbraio, ma la FIGC avrebbe atteso “domenica 18 maggio” per ratificarla: «Perché non farlo prima? Perché non prima di Juve Stabia-Sampdoria?», incalza. Ma l’onorevole non si ferma: denuncia anche errori arbitrali nella doppia sfida con la Sampdoria – rigori negati, falli di mano ignorati – supportando le sue affermazioni con riferimenti a “giornalisti nazionali ed ex arbitri”.
“Giustizia sportiva? Nominata dallo stesso Gravina”
Sotto accusa anche il concetto di “organi indipendenti” ripetuto da Gravina: «Ma quali organismi indipendenti, se sono composti da persone nominate dallo stesso presidente federale?», domanda De Simone, che considera l’intero iter una farsa istituzionale. Ribadisce infine il proprio dissenso sul cambio di format dei playout: «La Salernitana non doveva nemmeno giocare contro la Sampdoria. Sarebbe servita una scelta forte, ma avrebbe reso il presidente granata un eroe nazionale».
“Una battaglia per la dignità, non solo per il calcio”
De Simone si rivolge anche alla città, richiamando la partecipazione popolare in piazza Amendola, e criticando “chi ha preferito polemizzare sulle diserzioni”. La battaglia, sottolinea, “non era solo calcistica, ma identitaria”. Infine, l’appello alla giustizia ordinaria: «Il ricorso al TAR è sacrosanto. Salerno ha subito un’ingiustizia che tutta Italia ha visto. Chi ha tradito la sua anima sportiva, come insegna Dante, appartiene al Cocito, il lago ghiacciato dell’Inferno».