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Scontro istituzionale tra Atrani e Cava per la nomina del direttore generale dell’azienda speciale consortile

scontro istituzionale atrani cava
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Il dibattito politico e istituzionale si infiamma nella Costa d’Amalfi, con un acceso scontro tra il sindaco di Atrani, Michele Siravo, e l’amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni. Al centro della discussione c’è la nomina del direttore generale dell’Azienda Speciale Consortile Cava – Costa d’Amalfi, un ruolo cruciale per il funzionamento dei servizi sociali nella zona. Siravo ha contestato l’interpretazione della normativa regionale, ribadendo la necessità di attingere dal registro regionale per la nomina. La questione coinvolge anche il corretto utilizzo delle risorse per i servizi sociali, con un focus particolare sul fondo povertà non ancora speso. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino

Il conflitto sulla nomina del direttore generale

Il sindaco di Atrani, Michele Siravo, ha espresso un forte disappunto nei confronti dell’amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni. Il nodo del contendere è la nomina del direttore generale dell’Azienda Speciale Consortile, istituita per gestire i servizi sociali nell’ambito del Piano di Zona. Siravo ha sottolineato che la normativa regionale stabilisce chiaramente l’obbligo di attingere dall’elenco regionale dei direttori, e che ogni violazione di questa norma potrebbe comportare gravi conseguenze legali per l’azienda, tra cui sanzioni amministrative.

La preoccupazione di Siravo riguarda non solo la legalità della nomina, ma anche la stabilità dell’azienda, la quale potrebbe compromettere l’avvio dei servizi se non rispettano le normative. “La trasparenza e la legalità devono essere le basi di ogni azione istituzionale“, ha affermato il sindaco, sottolineando l’importanza di un processo chiaro e regolare.

L’accusa di incompletezza del Piano di Zona

Un altro punto di forte critica sollevato da Siravo è l’accusa di un eventuale rallentamento nella gestione dei servizi, in particolare quelli legati al Piano di Zona. Il sindaco ha respinto con decisione le voci di una possibile interruzione dei servizi sociali, affermando che “il Piano di Zona è pienamente operativo. La sua preoccupazione si concentra sulla possibilità che l’approvazione dello statuto aziendale venga utilizzata come pretesto per bloccare l’erogazione dei servizi essenziali.

Il Fondo Povertà non speso

Siravo ha anche sollevato un’accusa grave nei confronti dell’amministrazione di Cava, lamentando l’inutilizzo di 5 milioni di euro del Fondo Povertà. Secondo il sindaco, queste risorse sarebbero fondamentali per affrontare i bisogni urgenti della comunità, e il mancato utilizzo di tali fondi rappresenta una grave responsabilità istituzionale. Il fondi sono una risorsa strategica che potrebbe fare la differenza in un periodo di crescente difficoltà economica per molte famiglie.

La risposta dell’amministrazione comunale di Cava

L’assessore metelliano Giovanni Del Vecchio ha risposto alle accuse, difendendo la scelta dell’amministrazione di Cava. Secondo Del Vecchio, la normativa statutaria approvata non preclude la partecipazione di soggetti iscritti nell’elenco regionale dei direttori generali, e la selezione avverrà attraverso una procedura di evidenza pubblica. Il sindaco di Cava ha inoltre indicato che sarà chiesto un parere al Ministero per chiarire se la normativa regionale possa prevalere su quella nazionale riguardo all’accesso alla dirigenza pubblica.

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