Sono stati iscritti nel registro degli indagati quattro persone per la tragedia di Carmine Vitolo, l’operaio di 55 anni originario di Sarno morto precipitato da una impalcatura. Le accuse vanno dall’omicidio colposo alla violazione delle norme sulla sicurezza nei cantieri. Lo riporta l’odierna edizione de La Città.
Sarno, operaio morto precipitato da una impalcatura: 4 indagati
C’è una prima svolta nell’inchiesta sulla morte di Carmine Vitolo, l’operaio 55enne originario di Sarno deceduto venerdì scorso in un cantiere edile a Poggiomarino. La Procura di Torre Annunziata ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati, tra responsabili della sicurezza e titolari della ditta per cui lavorava Vitolo. Le ipotesi di reato sono gravi: omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’incidente
La tragedia si è consumata in pochi attimi: Vitolo è precipitato da un’impalcatura, facendo un volo di diversi metri mentre era impegnato in lavori edili. L’impatto si è rivelato fatale. Il cantiere è stato posto sotto sequestro e resta tuttora sotto sigilli su disposizione della magistratura, in attesa degli accertamenti tecnici.
L’inchiesta
L’indagine, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura oplontina, punta a ricostruire con precisione le condizioni di sicurezza in cui si trovava l’operaio al momento della caduta. Secondo le prime verifiche, potrebbero emergere gravi carenze nei dispositivi di protezione individuale e nelle misure antinfortunistiche obbligatorie per legge.
L’ipotesi è che non fossero rispettati i protocolli minimi di tutela, da qui l’iscrizione nel registro degli indagati dei referenti tecnici e amministrativi dell’impresa. Si attende ora l’esito dell’autopsia sul corpo dell’uomo, che verrà disposta nei prossimi giorni, insieme alla consulenza tecnica sul luogo dell’incidente.
Il dolore della comunità
Carmine Vitolo viveva con la famiglia a Lavorate, frazione di Sarno. La sua scomparsa ha lasciato sgomenta l’intera comunità, che si è stretta attorno ai familiari, chiedendo verità e giustizia per una morte che poteva – e doveva – essere evitata.