Cronaca Salerno, Salerno

Presunte criticità all’ospedale Ruggi di Salerno, Il Nursind: “Rispetto per chi lavora in silenzio”

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Il Ruggi d'Aragona
Il Ruggi d'Aragona

In seguito al servizio trasmesso da Rai 3 durante la puntata del programma “Far West”, che ha posto sotto i riflettori in modo critico l’Azienda Ruggi d’Aragona e, in particolare, il plesso di via San Leonardo, la Segreteria Territoriale del Nursind Salerno ritiene doveroso intervenire con alcune precisazioni.

Servizio di Rai 3 sul Ruggi di Salerno: la replica di Nursind

«Il diritto di cronaca, di parola e di libera espressione è sacrosanto – dichiara Biagio Tomasco, Segretario Generale del Nursind Salernoma ciò non autorizza alcuno a manipolare la realtà o a sacrificare la decenza e la correttezza sull’altare della spettacolarizzazione mediatica».

Nel servizio, sono state riportate gravi accuse e testimonianze – alcune rese in anonimato – che, secondo il sindacato, non restituiscono un quadro veritiero e completo della situazione.

«Le dichiarazioni sulle presunte nomine illegittime – continua Tomasco – sono già state in passato smentite e considerate infondate. E, se ancora oggi si ripropongono, lo si fa per alimentare una battaglia personale più che per contribuire realmente al miglioramento del sistema sanitario locale».

Le perplessità del Nursind Salerno

Il sindacato Nursind, che rappresenta centinaia di operatori sanitari della struttura ospedaliera, tiene a sottolineare la dedizione e il sacrificio quotidiano di medici, infermieri e personale di supporto.

«Ogni giorno – prosegue Tomasco – ci sono professionisti che affrontano turni massacranti, spesso senza nemmeno la possibilità di smontare dopo un turno per mancanza di sostituzioni, che subiscono aggressioni verbali e fisiche, ma che continuano a garantire assistenza con competenza, umanità e dignità, senza mai sottrarsi al proprio dovere». 

Sul contenuto delle immagini mostrate, il sindacato esprime forti perplessità. «Far passare alcune riprese come emblema di degrado – afferma Tomasco – senza contestualizzare le condizioni cliniche dei pazienti o l’effettiva situazione del pronto soccorso, non è solo scorretto, ma fuorviante. È lecito inoltre chiedersi in che modo quelle immagini siano state acquisite e se siano stati violati i diritti dei pazienti e la normativa sulla privacy». 

Tomasco sottolinea infine la necessità di rispetto verso tutte le componenti dell’Azienda, inclusi quei dipendenti che, pur in silenzio, lavorano con professionalità.

«Noi non diciamo che tutto funzioni perfettamente – conclude – ma denunciare pubblicamente senza assumerne piena responsabilità, nascondendosi dietro l’anonimato, è un gesto che non appartiene alla cultura della trasparenza. Le denunce, se fondate, spettano alla magistratura, non alla tv del pomeriggio». 

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