Salernitana

La stagione della Salernitana è tutta racchiusa in questo atto finale all’Arechi

salernitana sampdoria seconda sospensione
Lancio di sediolini
Lancio di sediolini

Una stagione non si valuta da una sola partita, anche se quella è la partita fondamentale, decisiva, che deciderà la lettera della serie in cui si giocherà nella prossima stagione. Eppure, quella di stasera 22 giugno 2025, è l’emblema di un’annata iniziale male e finita peggio.

B o C, C o B. Samp o Salernitana, Salernitana o Samp. 90 minuti di fuoco, in una serata rovente, con il primo vero caldo estivo a farla da padrone e un’aria rarefatta, in cui si rimane col fiato sospeso per l’umidità (che non è il caldo che t’ammazza) e per l’alta pressione. Anche il calcio d’inizio arriva lentamente, pesante, alle 20:35. I granata toccano il primo pallone, e provano a sfondare con la tattica del PSG, sparando in out direttamente dal punto di battuta, ma l’effetto sorpresa non c’è e non riflette l’andazzo della finale di Champions che portò le massime fortune ai parigini. L‘intensità messa sul piatto dai granata è quella della domenica pomeriggio, quando ci si adagia sul divano, a vedere distrattamente un film di cui ci si dimenticherà nel giro di una settimana. Per i tifosi della Salernitana, invece, è un copione indigesto, già visto troppo spesso, e ancor peggio quando dal finale ci si aspetta quantomeno un climax. Un climax che, alla fine, arriverà per davvero, ma non nel modo sperato.

Fin dall’inizio si gioca a corrente alternata, con i doriani che oltre a perdere quanto più tempo possibile, riescono anche a impensierire Christensen con alcune conclusioni interessanti. Inizio di gara come esemplificazione di quella paura atavica che ha attanagliato la Bersagliera per tanto, troppo tempo. La Salernitana si aggrappa alle sparute giocate di Soriano e alla garra di Ferrari. Proprio Ferrari la mette dentro, ma il VAR revoca, poi Coda segna, e il VAR non controlla. Tra il possibile 1-0 e l’effettivo 0-1 passa solo una manciata di minuti. Paradigmatico di un atteggiamento mai del tutto limpido da parte degli arbitri che hanno diretto la Salernitana in questa stagione. È l’ora X, poco dopo le 21:10 comincia a risuonare il de profundis. Nel resto del tempo succede poco e nulla. Al ritorno dagli spogliatoi, arriva l’acuto di Sibilli. L’assolo che vale lo 0-2 e la definitiva pietra tombale sul corpo inerme della Bersagliera. Incapace di reagire, fare quattro gol in un solo tempo sembra fantascienza. E la Curva applaude. Tutto lo stadio applaude. L’ironia, poi, lascia poi il posto al caos, al tumulto della Sud Siberiano e i tifosi che provano a sfondare gli accessi, lanciano fumogeni, petardi e seggiolini.

È il sintomo finale di una rottura totale tra i supporter granata e la società tutta (a partire dalla dirigenza fino ad arrivare agli stessi giocatori). La partita viene sospesa, poi riprende per trenta secondi, poi si sospende definitivamente.

Il giornalista Antonio Esposito ricordava che a Salerno, in 106 anni di storia, una doppia retrocessione non si era mai vista. Un record negativo che, senza dubbio, è frutto in buona parte di una gestione disastrosa. Oltre le “beghe” (per usare un eufemismo) con la Lega, oltre i torti arbitrali, oltre i meriti sportivi delle altre compagini della serie cadetta, c’è un evidente errore capitale e fondante che parte dalla testa della Salernitana. La dirigenza ha fallito. E il futuro ha un solo punto netto e chiaro: sul campo, è (stata) serie C.

QUI, LA CRONACA DI UN MATCH CHIUSOSI ANZITEMPO

 

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