Il quadro “Il compianto di Adamo ed Eva sul corpo di Abele” rubato, attribuito a Giovanni Battista Caracciolo, è stato ritrovato ma non restituito a Valva: resta nel caveau dell’Arma dei Carabinieri in attesa di una decisione giudiziaria. Il quadro è al centro di una controversia legale tra i Cavalieri di Malta e un antiquario sardo. Lo riporta Il Mattino.
Valva, quadro rubato resta nel caveau dell’Arma dei Carabinieri
Una vicenda dai contorni quasi cinematografici si svolge a pochi chilometri da Salerno, nella storica Valva, dove un prezioso dipinto del Seicento è scomparso dalla vista e ancora non è tornato a casa. Stiamo parlando de “Il compianto di Adamo ed Eva sul corpo di Abele”, attribuito a Giovanni Battista Caracciolo, detto il Battistello, noto discepolo del Caravaggio. L’opera, stimata quattro milioni di euro, fu trafugata nel lontano 1989 dal castello della famiglia D’Ayala, eredi attraverso i Cavalieri di Malta, ma ritrovata solo nel 2014 dai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio culturale, dopo una lunga indagine che la portò fino in Sardegna.
Il furto e il ritrovamento
Il quadro, sottratto durante i lavori di messa in sicurezza del castello, da anni oggetto di incursioni e furti — tra cui quello di 200 kg di argenteria negli anni ’70 — era stato trafugato in un contesto di crescente vulnerabilità delle opere d’arte presenti nella struttura. L’ex sindaco di Valva, Michele Figliuolo, oggi attivo nell’associazione Gozlinus Valva, ha raccontato di aver promosso un censimento delle opere d’arte nel castello che ha permesso di accorgersi dell’assenza del Battistello e di segnalarne il furto ai carabinieri, partecipando anche al riconoscimento ufficiale dell’opera a Roma.
La controversia legale
Nonostante il ritrovamento, il dipinto è tuttora custodito nel caveau del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale a Roma, bloccato da una querelle giudiziaria tra i Cavalieri di Malta, legittimi eredi del marchese D’Ayala, e un antiquario sardo che aveva messo l’opera all’asta presso Sotheby’s, sostenendo di averla acquistata in buona fede già dal 2013. I militari dell’Arma considerano questo ritrovamento tra i più importanti degli ultimi anni, tanto da aver esposto la tela in prestigiose sedi istituzionali, come il Quirinale e i Musei Vaticani.
Il desiderio della comunità
A Valva cresce il desiderio di vedere il dipinto tornare nella sua terra natia, appeso alle pareti del castello, oggi uno dei siti più visitati e tutelati dal FAI. C’è però anche chi auspica che l’opera resti in un luogo sicuro e accessibile al pubblico, lontano dai rischi di nuovi furti. Questa vicenda è emblematica della complessa tutela del patrimonio culturale italiano, tra storia, arte, diritto e sentimenti di appartenenza territoriale.