Il Consiglio di Stato di Pontecagnano Faiano conferma che chi gestisce un ippodromo e la raccolta delle scommesse ippiche non può prendere parte alle corse, per garantire totale imparzialità e prevenire conflitti d’interesse. Lo riporta SalernoToday.
Pontecagnano, Consiglio di Stato sulle corse dei ippiche
Il Consiglio di Stato ha stabilito che chi gestisce un ippodromo e la relativa raccolta di scommesse ippiche non può partecipare come concorrente alle corse di cavalli. La decisione arriva in seguito all’appello del Ministero dell’Agricoltura contro una società attiva nella gestione dell’Ippodromo di Pontecagnano (Salerno) e nella raccolta delle scommesse, la quale aveva ottenuto nel 2024 il via libera dal Tar del Lazio.
Il tribunale amministrativo aveva sostenuto che la normativa vigente non prevede un’espressa incompatibilità tra gestore dell’impianto e proprietario dei cavalli. Il Consiglio di Stato, invece, ha rigettato questa interpretazione, richiamando il principio secondo cui il conflitto d’interesse non necessita di un esplicito divieto normativo per essere riconosciuto, ma può anche essere potenziale. È infatti sufficiente che un soggetto abbia la possibilità di influenzare decisioni pubbliche in cui possiede un interesse privato.
Nel dettaglio, il gestore di un ippodromo e della raccolta scommesse assume un ruolo che richiede massima imparzialità. Tra le sue responsabilità rientrano non solo l’organizzazione delle corse, ma anche la gestione tecnologica dell’impianto, lo scambio di informazioni con il totalizzatore nazionale, l’inserimento nel sistema di tutte le informazioni rilevanti per le scommesse e la messa a disposizione gratuita del collegamento ai totalizzatori agli allibratori con i quali ha contratto per la raccolta delle scommesse a quota fissa. La partecipazione diretta alle corse da parte del gestore configurerebbe quindi un conflitto d’interesse strutturale, incompatibile con il principio di imparzialità imprescindibile in questo settore.