A Salerno lo sbarco numero 40 coordinato dalla Prefettura: 252 migranti a bordo, tra cui 98 minori e donne abusate. «Fuggono da guerra e violenze». Cinque ricoveri in ospedale. Forte impegno della rete anti-tratta. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Salerno, sbarco dei migranti: 98 minori e donne vittime di violenza
Un turbante bianco e passi incerti su una scala ripida: è stata una donna, forse vittima di violenze e soprusi, la prima a scendere ieri mattina dalla nave Ong Solidaire, attraccata al molo Manfredi con a bordo 252 migranti messi in salvo nel Mediterraneo. Davanti a lei la banchina salernitana, simbolo di accoglienza e umanità dal 2014. Questa volta, però, ad allungare le mani verso un futuro incerto ma possibile, ci sono soprattutto i bambini soli e le donne sopravvissute agli abusi.
Alle operazioni di sbarco – iniziate con un leggero ritardo attorno alle 10 – hanno preso parte i volontari della Croce Rossa, la Protezione civile, le forze dell’ordine, oltre alla Prefettura di Salerno, guidata da Francesco Esposito, e all’assessorato alle politiche sociali del Comune con l’assessora Paola De Roberto. Un’organizzazione complessa, resa ancor più delicata dai lavori di ampliamento in corso sul molo, che riducono lo spazio operativo.
Numeri allarmanti: 98 minori, la maggior parte non accompagnati
Lo sbarco di ieri è stato il quarantesimo gestito dalla macchina istituzionale. Ma è anche uno dei più significativi: sulla nave, infatti, viaggiavano 98 minori, di cui ben 84 non accompagnati. Le nazionalità prevalenti sono somala, eritrea e maliana. Molti fuggono da scenari di guerra, povertà estrema e abusi.
«Il numero di minori non accompagnati è il più alto registrato negli ultimi sbarchi», ha spiegato Paola De Roberto. «I ragazzi con più di 14 anni saranno presi in carico dalla Prefettura, gli altri dal Comune. Alcuni resteranno in Campania, altri verranno trasferiti in Puglia e Molise».
Tra le persone a bordo, anche donne incinte, ferite o affette da altre patologie, e cinque migranti per cui si è reso necessario il ricovero ospedaliero immediato. La rete anti-tratta attiva sul territorio tenterà ora di proteggere le donne dal rischio di sfruttamento: «Molte – ha spiegato l’assessora – arrivano già con istruzioni su dove andare, ma il nostro obiettivo è tutelarle e ascoltarle prima che spariscano dai radar istituzionali».
Il viaggio oltre la salvezza
Ad accogliere i migranti, anche il questore Giancarlo Conticchio e gli agenti della squadra mobile, incaricati di individuare eventuali scafisti a bordo della Solidaire, ex nave Open Arms oggi riadattata per il salvataggio in mare. Dopo il primo ristoro e la distribuzione di generi di prima necessità, i migranti sono stati trasferiti al centro di identificazione di via De’ Carrari, dove sono stati ascoltati mediatori culturali, assistenti sociali e funzionari pubblici.
I racconti raccolti confermano un quadro di violenze subite, abusi e viaggi della disperazione. Ma anche la speranza, espressa da bambini che salutano, ridono, alzano le mani al cielo come se – finalmente – qualcuno le avesse prese davvero quelle mani, per non lasciarle più.